Hanno letto tutti i nomi delle vittime di femminicidio in Italia dall’inizio dell’anno. I loro nomi sono stati scritti anche su cartelli che hanno esposto. E’ stato molto affollato il flah mob che si è svolto in piazza del Plebiscito a Napoli per ricordare Giulia, la 29enne di Sant’Antimo (Napoli) che è stata uccisa a Senago (Milano) dal suo compagno, dal quale aspettava un bimbo. Una manfestazione organizzata anche per sollecitare, come ha spiegato Ilaria Perrelli, presidente della consulta regionale per la condizione della donna del Consiglio regionale della Campania, un intervento legislativo mirato soprattutto alla prevenzione (come l’istituzione dell’educazione al sentimento nelle scuole) ma anche al pieno sostegno economico dei centri anti violenza che sono sul territorio perché «gli uomini che uccidono le donne non sono malati ma sono frutto di una cultura patriarcale che deve essere contrastata».
Al flash mob hanno aderito anche numerose associazioni e comuni, tra quello di Sant’Antimo dove nella serata di domani si terrà una fiaccolata per Giulia. In piazza c’erano inoltrre l’assessore alle Pari opportunità del comune di Napoli, Manuela Ferrante, la presidente del consiglio comunale Enza Amato e la presidente della consulta delle elette Anna Maria Maisto, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil regionali, don Tonino Palmese di Libera e l’ex presidente della giunta regionale della Campania Antonio Bassolino.
Un numero di vittime davvero impressionante, ha rimarcato invece l’assessore Ferrante, che ricorda, a suo giudizio, quanto avviene in paesi non progrediti «ma noi – tutti insieme – abbiamo il dovere di agire».
«Siamo qui a piazza Plebiscito, mobilitati contro quello che è accaduto a Giulia qualche giorno fa – ha detto l’assessore alle Pari opportunità Emanuela Ferrante – un episodio drammatico che ha dell’assurdo ma che è soltanto la punta dell’iceberg di un fenomeno che dal 1 gennaio in Italia conta 45 donne uccise , in pratica un femminicidio ogni 3 giorni e a Napoli le donne che subiscono violenza sono in misura anche maggiore rispetto al resto d’Italia. Adesso è arrivato il momento non solo di mobilitarci e stare qui a dire che non va più bene, ma di trovare soluzioni concrete. Quindi spero che da qui parta un messaggio forte al governo perché è necessario intervenire con delle norme sostanziali».
«Abbiamo aderito come Consiglio comunale – ha detto la presidente del consiglio comunale Enza Amato – a questa iniziativa promossa dalla Consulta regionale per la parità delle donne per ricordare Giulia e il suo bambino e per dire no con forza a tutte le forme di violenza. Sono tantissimi i femminicidi commessi dall’inizio del 2023 solamente 48 morti in questo primo corso dell’anno e non possiamo più permetterlo. Dobbiamo ottenere pene più dure nei confronti di chi commette omicidi così efferati, porre un freno a questa violenza immane a cui sono soggette costantemente le donne, soprattutto all’interno delle mura domestiche».
«Siamo qui in piazza per protestare contro la violenza, contro il femminicidio – ha aggiunto la presidente della Consulta Anna Maria Maisto – tutti scossi dal barbaro omicidio di Giulia e del suo bambino Thiago, opera di un mostro, non di un malato, ma di un violento che non ha avuto alcuna pietà della sua compagna e del suo bambino. Siamo qui per protestare e per chiedere l’introduzione nelle scuole dell’educazione sentimentale perché è importante affinché non ci siano più mostri ma persone».
mercoledì, 7 Giugno 2023 - 23:08
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