Bimba dimenticata in auto e morta, il padre: «Certo di averla portata all’asilo». La telefonata alla moglie per rassicurarla

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Un black out. E il nastro della giornata che scorre in tranquillità. «Ero convinto di averla accompagnata all’asilo».

Il carabiniere 45enne (in servizio presso lo Stato Maggiore della Difesa) che ha dimenticato per ore la figlia di 14 mesi in macchina provocandone la morte non si dà pace durante l’interrogatorio con gli inquirenti. Mercoledì mattina ha sistemato Stella nel sediolino e si è diretto a lavoro, alla Cecchignola, zona militare. Qui insiste anche il nido convenzionato dove la bimba era iscritta. Come ogni mattina, il carabiniere avrebbe dovuto lasciare la piccola alle educatrici ed entrare in servizio. Ma dopo avere parcheggiato l’auto, in quella routine qualcosa è andato in corto circuito. Il carabiniere ha chiuso la portiera ed è andato a lavoro, dimenticando la bimba in auto e rimuovendo quella dimenticanza.

Lui, quella mattina, era convinto di avere accompagnato la piccola a scuola, tanto è vero che avrebbe chiamato la moglie ricordandole di andare a prendere lei la bimba all’uscita. Ed è stata proprio la donna a scoprire la più drammatica delle storie. Andata al nido, le educatrici le hanno detto che Stella non era stata portata in mattinata. La donna è uscita fuori, ha visto la macchina del marito, si è avvicinata e ha visto il corpicino della bimba adagiato nel sediolino. Sembrava dormisse. Era già morta.

Le tante ore, ben 7, trascorse in auto, chiusa dentro e con la temperatura interna che cresceva a dismisura hanno tolto l’aria alla piccola. Il carabiniere è indagato, come atto dovuto, per abbandono di minori. Per chi indaga l’unica pista resta quella della tragica fatalità: avere dimenticato la figlia nel seggiolino all’interno dell’auto e essere andato al lavoro.

giovedì, 8 Giugno 2023 - 23:43
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