Un’inchiesta giudiziaria che tocca il mondo del centrodestra e pure un appalto sulle mascherine Covid. La procura di Forlì ha ottenuto dall’ufficio gip il via libera a 34 misure cautelari, alcune delle quali toccano personaggi di primo piano del mondo istituzionale. Tra gli arrestati spicca il nome dell’ex direttore dell’Agenzia delle Dogane Marcello Minenna, attuale assessore all’ambiente della Regione Calabria ed ex assessore del Comune di Roma durante la giunta della grillina Virginia Raggi: Minenna è stato posto agli arresti domiciliari.
Stessa sorte è toccata all’ex parlamentare Gianluca Pini, che ha fatto parte della Lega fino al 2018 e oggi e amministratore di una società di import-export. Sui rapporti tra i due, gli inquirenti rilevano che sarebbe intercorso un «pactum sceleris» in relazione a un appalto con l’Ausl Romagna per le forniture di mascherine. Pini – è la contestazione – «prometteva a Minenna di accreditarlo all’interno della ‘Lega Salvini Premier’ in modo che venisse considerato un uomo di quel partito e gli prometteva altresì la riconferma della nomina a Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane a seguito del cambio dell’esecutivo, che effettivamente otteneva». In risposta Minenna – sempre secondo l’ufficio dell’accusa – «accettava le promesse di accreditamento all’interno del partito ‘Lega Salvini Premier’ e di riconferma della nomina nel ruolo di Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane in cambio dell’asservimento della sua funzione pubblica agli interessi privati dell’imprenditore Pini». Poi «a fronte delle richieste di intervento di Pini in occasione delle importazioni di merci per il contrasto al Covid-19, Minenna metteva a servizio di Pini l’esercizio della sua funzione pubblica sia intervenendo egli stesso con gli uffici territoriali per risolvere le problematiche di Pini sia dando ordini ai suoi più stretti collaboratori, dirigenti nazionali dell’Agenzia delle Dogane, di mettersi disposizione” dell’ex parlamentare “per risolvergli i problemi che l’imprenditore aveva in fase sdoganamento della merce ovvero in fase di accertamenti da parte dei funzionari territoriali delle dogane». In sintesi, Pini sarebbe stato agevolato per l’appalto nonostante non esistesse nessuna specifica attitudine aziendale, lucrando così anche sulla pandemia del 2020.
L’indagine riguarda vari episodi di corruzione ed è scaturita da un sequestro di 28 chili di cocaina avvenuto nel gennaio 2020. Dietro alla droga sequestrata su un camion proveniente dal Belgio, c’era – come emerso dall’inchiesta – un imprenditore forlivese con precedenti, che lavora nel settore dell’autotrasporto. Dalle intercettazioni la procura di Forlì ha poi scoperto che l’uomo aveva un consolidato rapporto con l’ex parlamentare Pini, non più in carica dalle elezioni del 2018. La procura di Forlì accusa i due di un vero sistema, con scambi di favori. L’imprenditore forlivese, per il quali si ipotizza il traffico internazionale di stupefacenti, investiva il denaro in attività apparentemente lecite.
Gianluca Pini è stato in Parlamento per tre legislature, dal 2006 al 2018, eletto in Romagna con la Lega Gianluca Pini. Ha 50 anni e per oltre un decennio, dal 1999 al 2015, è stato il segretario nazionale della Romagna che nell’organizzazione leghista è sempre stata distinta dall’Emilia. La sua stella si è offuscata quando al congresso del 2017, sostenne il candidato autonomista Gianni Fava contro Matteo Salvini. Alle elezioni del 2018 decise di non ricandidarsi per tornare a dedicarsi a tempo pieno alle sue attività imprenditoriali.
giovedì, 22 Giugno 2023 - 16:40
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