Il ricorso in Appello è stato presentato. Il magistrato in pensione Piercamillo Davigo ha impugnato, come era stato annunciato, la sentenza che, lo scrso 20 giugno, lo ha condannato in primo grado a 15 mesi per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione alla diffusione di alcuni verbali dell’avvocato Piero Amara su una presunta Loggia Ungheria.
Il ricorso è stato depositato alla Corte d’Appello di Brescia da parte degli avvocati Davide Steccanella e Francesco Borasi anche prima della scadenza dei termini
Davigo entrò in possesso di queli verbali in pieno lockdow, glieli consegnò il pm milanese Paolo Storari, assolto in via definitiva, per autotutelarsi, a suo dire, da un freno messo alle indagini dai vertici del suo ufficio.
«Ho letto la sentenza di condanna – ha spiegato l’avvocato Steccanella – e l’ho trovata profondamente sbagliata e per questo meritevole di essere impugnata nella convinzione che la Corte d’Appello assolverà il dottor Davigo, perché a mio parere non ha commesso alcun reato».
Le «modalità quasi carbonare con cui» i verbali in formato word sono usciti «dal perimetro investigativo del dottor Storari», aveva scritto nelle motivazioni il collegio presieduto da Roberto Spanò, tramite una chiavetta Usb consegnata all’allora componente del Consiglio superiore della magistratura Davigo, nella sua “abitazione privata (…) e le precauzioni” da questi «adottate in occasione del disvelamento ai consiglieri, avvenuto nel cortile del Csm lasciando prudenzialmente i telefonini negli uffici, appaiono sintomatiche dello smarrimento di una postura istituzionale».
martedì, 18 Luglio 2023 - 17:26
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