Il primo a chiamarli in causa fu Pietro Esposito, ma quelle dichiarazioni sono rimaste per anni lettera morta perché non si trovavano riscontri. Fino ad oggi, quando la Squadra Mobile di Napoli ha eseguito le due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal giudice per le indagini preliminari. Per l’omicidio di Gelsomina Verde, la 21enne uccisa il 21 novembre 2004 nella prima faida di Scampia e Secondigliano scoppiata tra i Di Lauro e l’ala scissionista guidata dagli Amato-Pagano, sono stati arrestati altri due esponenti dell’allora clan Di Lauro.
I provvedimenti hanno interessato Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi detto ‘o Vichingo. De Lucia, parente del killer Ugo De Lucia, è stato rintracciato a Massa Carrara dove era detenuto per altro ai domiciliari, mentre Rinaldi è stato rintracciato presso il suo domicilio sito a Castelvolturno (in provincia di Caserta). Sono accusati di concorso in omicidio con l’aggravante della matrice camorristica: avrebbero partecipato al sequestro e all’uccisione di Mina Verde. Per l’atroce morte di Mina sono stati già condannati il pentito Pietro Esposito, che partecipò al sequestro e al delitto, e Ugo De Lucia, che uccise Mina.
C’è stata, invece, assoluzione definitiva per Cosimo Di Lauro, figlio del boss Paolo Di Lauro, che guidava il clan durante l’esplosione della faida. Secondo la procura, Mina fu attirata in trappola perché gli esponenti della cosca voleva estorcerle notizie sul nascondiglio dello scissionista Gennaro Notturno con il quale la giovane aveva avuto una relazione.
«Ho iniziato a parlare con Mina, senza scendere dall’auto. Dopo una decina di minuti, vennero su un ciclomotore tipo Sh di colore nero, Ugo De Lucia alias Ugariello, Pasquale Rinaldi e Luigi De Lucia», raccontò Esposito ai magistrati. «Luigi e Pasquale con tono minaccioso entrarono nell’auto dove si trovava Mina e dissero alla ragazza di spostarsi, visto che lei sedeva sul sedile del guidatore. Al suo posto – aggiunse Esposito – si mise Luigi, mentre Pasquale si sedette dietro. Ugo si avvicinò a me e mi disse di tornare a casa… Mina era impaurita dall’atteggiamento dei tre, ma Ugo mi tranquillizzò, dicendomi che non le avrebbe fatto nulla e che dovevano solo chiederle dove si nascondessero i compagni, facendo riferimento a Sarracino (Gennaro Notturno, nda) e agli altri ragazzi che lei normalmente frequentava. Io tornai quindi a casa, ma mentre stavo andando via vidi che alla Seicento si accodò una Y10 di colore blu metallizzato, che era condotta da Sergio De Lucia, zio di Ugo e di Luigi. Essi lasciarono il luogo dove mi ero incontrato con Mina, intorno alle 23.10».
giovedì, 27 Luglio 2023 - 08:11
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