Omicidio Giulia Tramontano, autopsia choc: «Veleno per topi nel feto e nel suo sangue. Dopo le coltellate era ancora viva»

giulia tramontano e alessandro impagnatiello

La realtà è più agghiacciante di quanto inizialmente sospettato dagli inquirenti. Alessandro Impagnatiello, il barman che con 37 coltellate ha ucciso la compagna incinta al settimo mese, ha cominciato ad attentare alla vita della giovane donna mesi prima dell’aggressione poi rivelatasi fatale.

E’ l’autopsia a restituire la sconvolgente certezza che adesso potrebbe dare sostanza a quell’aggravante della premeditazione che in prima battuta non aveva convinto il giudice per le indagini preliminari Laura Minerva del Tribunale di Milano in sede di convalida del fermo. Sia nel “feto” che nel “sangue” di Giulia Tramontano l’autopsia ha evidenziato la presenza di un topicida, il bromadiolone per l’esattezza, l’anticoagulante più tossico tra quelli annoverati nella categoria del veleno per topi. L’elemento che si incastra con quanto scoperto dai carabinieri: a dicembre Impagnatiello ha fatto delle ricerche in internet sugli effetti e i dosaggi del topicida per uccidere una persona. «Quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona», aveva scritto sul motore di ricerca usando il pc.

Impagnatiello cercava on line il motivo per cui il veleno non stesse facendo effetto, quanto tempo ci voleva perché agisse, salvo scoprire, poi, che perdeva potenza se somministrato con «bevande calde». E la giovane scriveva, sempre già a dicembre, in alcune chat con un’amica: «Mi sento una pezza, ho troppo bruciore di stomaco (…) lo stomaco mi uccide (…) mi sento drogata». I dati non possono però legarsi con certezza circa la temporalità dell’inizio della somministrazione del veleno per topo perché secondo gli esperti di Medicina legale di Milano non si può determinare se questo elemento è frutto «di più somministrazioni a basse dosi» o di un’unica più elevata, ma sicuramente «nell’ultimo mese e mezzo», prima del delitto, c’è stato un incremento nella somministrazione da parte di Impagnatiello del veleno.

Altra circostanza drammatica emersa dall’autopsia è che Giulia Tramontano è morta dissanguata. Nessuna delle coltellate a lei inferte si è rivelata letale sul colpo. Ciò significa che Alessandro Impagnatiello, dopo averla aggredita, l’ha vista agonizzare e morire e non ha mai mostrato un sussulto di coscienza. Il corpo di Giulia, 29enne di Sant’Antimo (comune in provincia di Napoli), fu trovato quattro giorni dopo la dichiarazione di scomparsa della giovane fatta proprio da Impagnatiello. Il barman si era disfatto del corpo di Giulia gettando vicino a dei box a Senago (Milano), a poche centinaia di metri da casa.

mercoledì, 30 Agosto 2023 - 20:12
© RIPRODUZIONE RISERVATA