Musicista ucciso a Napoli, il ministro Sangiuliano: «Morire così è inaccettabile e brutale». Manfredi: emergenza educativa

Giovanbattista Cutolo (foto pubblicata dalla pagina Facebook della Nuova Orchestra Scarlatti)

Fa rumore la morte di Giovanbattista Cutolo. Fa rumore per la causa scatenante del delitto: il parcheggio di uno scooter. Fa rumore perché non s’è consumata in una zona di periferia soggiogata dal crimine organizzato dove, purtroppo, efferati episodi di sangue scandiscono spesso le cronache, ma perché s’è consumata in una zona centralissima di Napoli, piazza Municipio, iper controllata dalle telecamere di video-sorveglianza e ‘regno’ della politica cittadina, visto che vi ospita il Comune.

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Fa rumore la morte di Giovanbattista Cutolo. Perché il 24enne era un ragazzo pieno di sogni e di talento. Amava la musica e studiava. Aveva studiato al Conservatorio, si era formato all’Orchestra Scarlatti. Si esibiva con il suo corno. E fa rumore perché a strappare quei sogni e quella giovane vita è stato un ragazzino di appena 16 anni. Ecco perché alla notizia della sua morte la città non è rimasta indifferente. Gli attestati di solidarietà e di vicinanza alla famiglia del 24enne sono numerosi, ma ancor più lo sono le dichiarazioni che vogliono accendere una riflessione sull’emergenza minorile. «E’ un dolore che lascia senza fiato – ha commentato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – Bisogna creare le condizioni, partendo dalla scuola, dal dialogo in famiglia e dal ruolo fondamentale di educatori dei genitori per ribaltare la cultura del sopruso e dell’uso della violenza tra coetanei anche nei piccoli gesti di vita quotidiana. E’ assurdo che una vita venga stroncata in un modo così orribile. È brutale e inaccettabile».

Punta i riflettori sulla violenza minorile anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: «Ho sempre sostenuto che l’emergenza educativa sia il vero tema. In questo caso l’omicida non era solo un ragazzino, ma un criminale, cioè faceva parte di una banda di rapinatori. L’uso eccessivo delle armi, la violenza spesso cieca, deriva da un lato dalla disgregazione del tessuto familiare e sociale con dei modelli che sono non validi, dall’altro dalla necessità di avere maggiore impegno sulla scuola». Per questo motivo Manfredi ha spiegato al ministro Valditara incontrato ieri a Caivano in occasione della visita del premier Giorgia Meloni «che abbiamo bisogno di più tempo pieno, perché soprattutto nel periodo delle elementari e delle medie abbiamo necessità di una presenza educativa più forte ovunque».

Sulla stessa scia il deputato napoletano del Pd Marco Sarracino: «La morte del giovane musicista Giovanbattista Cutolo non può essere derubricata a semplice fatto di cronaca. E non possiamo abituarci ad ascoltare notizie del genere. Non si può morire così. Non si può morire a 24 anni, per un parcheggio. Non si può morire sparati, molto probabilmente da un minore che a soli 16 anni gira armato di pistola a due passi dalla piazza più importante della città». «Quanto accaduto – afferma ancora Sarracino – è una sconfitta per tutti. Per questo da un lato la sicurezza di questo territorio, senza strumentalizzazioni, deve diventare una priorità per tutte le istituzioni, dall’altro occorre agire con urgenza rispetto ad una emergenza comportamentale la cui premessa deve essere il rispetto della persona umana. Fa inoltre tanta rabbia vedere che la vittima è un giovane che aveva deciso di restare nella nostra città. Nessuno potrà restituire Giovanbattista alla propria famiglia, alla sua ragazza, ai suoi amici, alla sua musica, ma oggi occorre rendersi conto che se non si lavora ad una grande rivoluzione culturale, a cui ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte, questa morte non sarà l’ultima».

Invoca misure più rigide nei confronti dei minori che delinquono il consigliere di Municipalità Vomero-Arenella, con incarico speciale all Osservatorio sulle Politiche di Contrasto alle devianze minorili, Paolo Pace: «Basta passerelle mediatiche. Basta ipocrisia e “finto buonismo”. Occorre ristabilire la Legge. Il rispetto per la vita umana è sacro. Occorre effettuare una grande operazione di repressione. Lo Stato faccia lo Stato, mostri i muscoli e sappia far sentire i cittadini onesti e perbene protetti ed al tempo stesso sappia incutere timore. Solo dopo un’operazione di repressione su vasta scala e duratura nel tempo si potrà iniziare a ricostruire dal basso un “nuovo stato sociale” dove le brave persone possono vivere senza la paura e l’ansia di doversi quotidianamente “difendere” rispetto a chi vive nel torbido, nella violenza, nell’illegalità. Insomma occorre che lo Stato tuteli “Abele” e non solo “Caino”».

Pasquale Di Fenza, consigliere regionale di Centro democratico, dice che «ci troviamo dinanzi ad una deriva inarrestabile, si uccide per niente, si spara senza motivo». «Anche i minorenni hanno sdoganato l’uso delle armi – spiega Di Fenza – e non hanno paura di premere un grilletto e ammazzare il prossimo. Abbiamo denunciato a più riprese il clima di guerriglia urbana che c’è a Napoli e in provincia ma tutti i nostri appelli sono finiti nel vuoto». Per Di Fenza «ormai è pensiero comune che a Napoli viga un regime di anarchia dove nessuno paga e tutti fanno quello che vogliono. Condoglianze alla famiglia e ai cari di Giovanbattista, a cui niente e nessuno potrà mai alleviare il dolore che stanno provando».

Amarezza viene espressa dal presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Napoli Vincenzo Santagada: «E’ una tragedia che addolora e sconvolge. Ogni anno era coinvolto anche nel Caduceo d’Oro organizzato dall’Ordine dei Farmacisti insieme a tutta l’Orchestra Scarlatti a cui va il mio cordoglio. Mi stringo al dolore dei familiari a cui mi sento di dare tutto il mio affetto e la mia piena vicinanza. Era un artista talentuoso e ragazzo di valore che aveva ancora tante pagine da scrivere, nella musica e nella vita».

venerdì, 1 Settembre 2023 - 08:04
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