Un’estorsione ordinata dal carcere attraverso l’utilizzo, illegale, di un telefonino cellulare. E’ l’allarmante retroscena dell’inchiesta sulle pressioni al titolare di una pescheria a Napoli che è sfociata nell’arresto di due persone ritenute legate al clan della Vanella Grassi di Secondigliano.
Gli arresti sono scattati in esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
A dare il via alle indagini è stata la denuncia sporta dal gestore di una pescheria ubicata a San Pietro a Patierno che nel mese di marzo aveva subito diverse pressioni affinché pagasse il ‘pizzo’ alla camorra.
Dalle indagini è emerso che l’estorsione era stata disposta tramite video-chiamata dal carcere. Le stesse pretese avrebbero riguardato anche altri esercenti nel quartiere di San Pietro a Patierno: su questi fatti vi sono verifiche in corso.
I due indagati devono rispondere di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare l’attività dell’associazione camorristica denominata Vanella Grassi.
mercoledì, 13 Settembre 2023 - 17:41
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