Bimbe stuprate a Caivano, videochiamata in diretta durante la violenza. Episodi numerosi, il gip: «Indagati privi di scrupoli»

di mg

Non un solo episodio di stupro, ma «innumerevoli» violenze nell’arco di due mesi commesse con «brutale approfittamento» di vittime «deboli e in tenera età» e «con modalità subdole ai limiti della crudeltà». E’ uno spaccato doloroso quello che emerge dall’inchiesta sullo stupro ai danni di due cuginette, di 10 e 12 anni (all’epoca dei fatti contestati), che stamattina è sfociata nell’arresto di 9 persone, 7 minorenni (di cui 6 trasferiti in un istituto di pena minorile e uno in comunità) e due maggiorenni (entrambi in carcere). Nove giovanissimi, il più piccolo dei quali ha appena 14 anni. Nove giovanissimi indicati come «privi di scrupoli» e dalle «personalità assolutamente inquietanti» dal giudice per le indagini preliminari Umberto Lucarelli del tribunale per i minorenni di Napoli.

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Questo gruppo di ragazzi, è l’accusa, ha trascinato all’inferno le due bambine, violentandole e poi minacciandole di diffondere i video degli stupri che avevano registrato. Una violenza nella violenza. Un episodio, come noto, si è consumato nell’abbandonato centro sportivo Delphinia, mentre alti episodi sono avvenuti in un appartamento a Caivano chiamato dalle vittime la “capanna” e ubicato “nel vicolo dei tossici”.

In una occasione un indagato ha effettuato una videochiamata durante lo stupro per condividere in diretta con gli amici, che ridevano, la violenza cui stava sottoponendo una delle piccole vittime: con questa «mortificazione imposta alla vittima», ha mostrato «totale mancanza di pietà», scrive a tal proposito il gip. Gli indagati erano convinti, gli indagati, «di poter soggiogare ancora per chissà quanto tempo» le vittime, «certi che il senso di ‘vergogna’ loro inculcato, attraverso la minaccia di diffondere i video delle violenze o di ‘dirlo al padre’ avrebbe assicurato loro l’impunità», sottolinea ancora il gip.

Uno spaccato da far venire i brividi. E la storia sarebbe andata avanti ancora a lungo se i genitori delle due bambine non avessero sporto denuncia dopo essere stati avvisati, in modo anonimo, dell’esistenza di alcuni video sugli abusi. «I genitori delle due bimbe vittime si sono presentati con le loro figlie alle 9 di sera alla caserma dei carabinieri – ha raccontato il procuratore della Repubblica per i minorenni di Napoli Maria de Luzenberger – Qui hanno lasciato le loro bimbe, che sono state affidate ad un carabiniere donna, che ha raccolto per prima i loro drammatici racconti, e ha scritto la relazione di servizio su cui si sono basate le indagini. Lo Stato c’è».

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martedì, 26 Settembre 2023 - 13:43
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