La banda che truffava gli anziani non agiva a Napoli. Il gip: «Lì vittime più scaltre, nei paesi invece meno smaliziate»

Truffe agli anziani
di Giorgio Pari

Le truffe agli anziani? Meglio lontano dalla città. Questo sarebbe stato il modus operandi del gruppo di napoletani, finito in cella per molteplici episodi di “truffa del nipote”, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Napoli. Gli indagati, secondo l’ordinanza di custodia cautelare, avrebbero agito nelle altre province campane, e nelle regioni vicine. Preferibilmente in piccoli centri. Il motivo sarebbe in una qualità delle vittime: meno smaliziate, rispetto ai potenziali obiettivi di Napoli città.

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«Secondo uno schema diffuso – scrive il gip Antonio Baldassarre del tribunale di Napoli – benché gli associati siano tutti napoletani e operino partendo da questo capoluogo, i reati scopo vengono commessi in massima parte in piccoli centri della Campania o delle regioni limitrofe: ciò pare doversi ascrivere non tanto alla necessità di non farsi riconoscere, – atteso che in una metropoli abitata da oltre un milione di abitanti questo rischio è molto remoto, quanto piuttosto dalla circostanza che nei piccoli e tranquilli centri di provincia prescelti per la commissione delle truffe la popolazione è tradizionalmente meno smaliziata ed avvertita rispetto a quanto accada a Napoli».

In altre parole, «a causa di una certa maggior scaltrezza anche in capo alla vittime, che consegue proprio dalla necessità di essere maggiormente avvertiti e reattivi, che si sviluppa dal vivere in questo capoluogo o nei suoi dintorni, gli associati questione preferiscono compiere le loro trasferte e indirizzare le loro truffe in piccoli centri dove normalmente la vita è più tranquilla». Di conseguenza, «anche le potenziali vittime dei raggiri e i loro familiari sono meno vigili e meno avvedute».

Non si tratta di un dato isolato. «Per altro – sottolinea il gip – appartiene al notorio giudiziario, per via delle molte decine di procedimenti analoghi trattati ogni anno in questo Tribunale, che questo schema viene perpetrato anche da altre bande o associazioni analoghe a quella per cui qui si procede e che, a fronte di autori quasi sempre napoletani o dei comuni dell’hinterland, truffe telefoniche ai danni di anziani analoghe a quelle oggetto di questa ordinanza sono consumate in percentuale molto minore a Napoli che il piccoli centri più o meno lontani da questa città».

Per questa ragione, «lo schema adottato dagli emissari e dai loro concorrenti telefonisti prevede ogni volta che il primi si rechino, con congruo anticipo nel comune di volta in volta prescelto e stazionino nei pressi delle abitazioni degli anziani da truffare ove, materialmente, riscuoteranno il denaro o, in alcuni casi, dei monili, che costituiscono l’ingiusto profitto maturato, non appena il telefonista dia loro via libera essendo riuscito a convincere l’anziano a cadere nell’inganno e a pagare le somme richieste a vario titolo». Preferibilmente in trasferta, secondo gli inquirenti.

martedì, 17 Ottobre 2023 - 09:22
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