Le accuse principali, quello che lo vogliono alla guida del clan Di Lauro e lo disegnano come lo stratega della svolta imprenditoriale del sodalizio, sono rimaste in piedi. E con esse è rimasta in piedi anche l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari Marco Giordano del Tribunale di Napoli.
Tutte le notizie sull’inchiesta relativa agli affari dei Di Lauro sfociata in 27 arresti
I giudici della ottava sezione penale del Tribunale del Riesame partenopeo hanno respinto l’istanza di scarcerazione presentata nell’interesse di Vincenzo Di Lauro, secondogenito del capoclan Paolo Di Lauro e reggente del sodalizio a partire dal giorno della sua scarcerazione (avvenuta nel 2015). Confermate, infatti, le accuse di associazione di stampo mafioso, traffico di droga, traffico di sigarette e reimpiego illecito di capitali. Tuttavia il Riesame ha escluso dal rosario di contestazioni alcune ipotesi di reato, ritenendo gli elementi insussistenti: un’associazione autonoma finalizzata alla turbativa d’asta e due reati (su quattro) relativi agli stupefacenti.
Nei giorni scorsi il Riesame ha confermato il carcere per il cantante neomelodico Tony Colombo e per la moglie Tina Rispoli, accusati di concorso esterno in associazione di stampo mafioso per avere fatto affari con il clan. I fatti contestati sono al centro dell’inchiesta che lo scorso 18 ottobre ha portato all’arresto di 27 persone.
giovedì, 2 Novembre 2023 - 11:53
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