Caivano, procura Corte Conti chiede danni a ex sindaco e 6 ex assessori: condotte scriteriate dietro crac Comune

di mg

Si scava nella vita amministrativa di Caivano. Scava la procura della Repubblica di Napoli, che ha già messo a segno arresti di peso nell’ambito di una inchiesta su appalti e camorra, ma scava anche la magistratura contabile. L’ex sindaco Antonio Falco, eletto nel marzo 2010, e sei ex assessori sono stati citati in giudizio con l’accusa di avere «posto in essere condotte gravemente colpose che hanno contribuito al verificarsi del dissesto finanziario dell’Ente, deliberato dal Consiglio comunale il 18 giugno 2016». L’avviso è stato notificato dai carabinieri del Comando Compagnia di Caivano che hanno condotto gli accertamenti. Interessati dall’atto, oltre ad Antonio Falco, sono: Francesco Casaburo, Bartolomeo Perna, Enzo Pinto, Vincenzo Semonella, Antonio De Rosa, e Giulio Di Napoli, tutti della giunta di Antonio Falco. Tutti dovranno comparire in aula a gennaio 2024 per difendersi dalle conclusioni e dalle richieste della Procura Regionale presso la Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Regione Campania.

Nello specifico la procura regionale ha chiesto la condanna dell’ex sindaco Falco a pagare, in favore del Comune, 69.205 euro; e la condanna di ciascun ex assessore a pagare 31.142 euro (per un totale di 256.059 euro) in favore del Comune. La Procura ha chiesto per gli ex amministratori convenuti, la condanna alla sanzione pecuniaria prevista dalla normativa sui dissesti pubblici nella misura massima possibile, vale a dire 20 volte l’importo della indennità di carica da ultimo percepita dal Sindaco e dagli assessori chiamati in giudizio. Inoltre, la procura generale ha chiesto la sanzione sanzione interdittiva di cui all’art. 248 del Tuel, comma 5, la quale prevede l’impossibilità di ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati.
Le indagini, coordinate dai magistrati Licia Centro e Davide Vitale, – sono partite nel 2016 a seguito della ricezione della delibera di dissesto trasmessa dal segretario generale dell’Ente.

Nella ricostruzione della magistratura contabile, gli indagati «con le loro condotte scriteriate e la disinvolta gestione dei soldi pubblici, avrebbero condotto al tracollo finanziario un ente locale già afflitto da svariate ed incancrenite problematiche gestionali, creando un terreno favorevole allo sviluppo della criminalità organizzata ed alimentando un generale clima di illegalità, recentemente balzato, anche per altri, spesso consessi episodi, agli onori della cronaca».

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giovedì, 9 Novembre 2023 - 08:45
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