Campania e Calabria sono maglia nera per gli omicidi volontari. Lo afferma il Report dell’Istat sulle vittime di omicidio nel 2022. L’indagine presenta i dati relativi agli omicidi volontari consumati – rilevati dalle Forze di Polizia nel corso dell’anno 2022 – inseriti nel database della Direzione centrale della polizia criminale del Ministero dell’Interno. Campania e Calabria registrano i valori più elevati (0,87 per 100mila abitanti), a fronte di una media nazionale di 0,55. In Campania anche il maggior numero di omicidi volontari (49), seguito da dato della Lombardia (47). Tra le 49 vittime nella regione, 37 sono maschi e 12 femmine. Le donne uccise da partner o ex sono 3, in 7 casi l’omicidio è avvenuto per mano di un parente. In un caso si trattava di un conoscente. Gli autori rimasti non identificati sono 14 per gli omicidi di un uomo, uno nel caso di una donna.
Il report ritiene «in massima parte esaurito l’impatto” dei mutati comportamenti sociali, causa pandemia, sull’ammontare e la dinamica dei delitti. Si osserva inoltre , una ripresa del fenomeno criminale in larga misura attesa – relativa a tutti i tipi di reato. Questo riguarda anche gli omicidi volontari consumati (322, +6% circa nel 2022 rispetto all’anno precedente), «per i quali – sottolinea l’Istat – il nostro Paese è storicamente tra quelli a minor rischio». Secondo il report «il livello di omicidi commessi in Italia, pur avendo registrato nel 2022 un aumento rispetto all’anno precedente, è comunque basso se confrontato al contesto dell’Unione europea». Nei paesi Ue, i dati del 2021 (ultimi disponibili) registrano in Lettonia la situazione più critica (5,18 omicidi per 100mila abitanti). A seguire, a grande distanza, Lituania e Finlandia (2,50 e 1,70 rispettivamente). Nel 2021 l’Italia occupava il ventiduesimo posto tra i 27 paesi Ue, con 0,51 omicidi per 100mila abitanti, a fronte di una media generale di 0,83. Valori ancor più contenuti in Lussemburgo, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovenia (tra 0,47 e 0,43) e infine Malta (0,39 omicidi per 100mila abitanti).
«Ovviamente – precisa l’istituto di statistica – questi dati vanno confrontati con cautela, in quanto possono esserci differenze metodologiche alla base dei conteggi, tenendo inoltre conto che i Paesi con una dimensione demografica molto contenuta possono presentare tassi molto diversi da un anno all’altro pur a fronte di piccole variazioni del fenomeno». Per le sole vittime donne, l’incidenza media nella Ue – calcolata per i 23 Paesi di cui sono disponibili i dati – è pari a 0,60 omicidi per 100mila donne. L’Italia, con 0,39 omicidi per 100mila donne nel 2021, precede solo l’Irlanda (0,28) e Malta, dove non ci sono state vittime donne nell’anno 2021. L’incidenza delle vittime di omicidio volontario nel 2022 è più alta nel Mezzogiorno (0,75 per 100mila abitanti) mentre i valori sono inferiori alla media nazionale in tutte le regioni del Centro-nord, con la sola eccezione della provincia autonoma di Trento. Dopo Campania e Calabria, alti indici si rilevano in Sardegna (0,82), Sicilia e in Puglia (0,69).
«Malgrado le vittime di omicidio siano più frequentemente maschi (nell’anno 2022 il 60,9%) – aggiunge il report -, vi sono regioni in cui il rapporto tra i sessi è diverso». Sono quelle di dimensioni demografiche contenute, in cui l’omicidio è un evento poco frequente, Come le province autonome trentine (l’unico omicidio registrato di Bolzano/Bozen è di una donna, due dei tre omicidi di Trento), seguite da Marche e Liguria (cinque donne su otto vittime in totale). Tuttavia, ciò avviene anche in regioni popolose come il Piemonte, il Veneto, l’Emilia Romagna e il Lazio (nelle quali la percentuale di donne uccise è compresa tra il 61,1 e il 52,0).
venerdì, 24 Novembre 2023 - 21:51
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