Castellammare di Stabia, due arrestati per cold case di camorra. Uno è un ristoratore preso nel suo locale


Secondo gli inquirenti avrebbero attirato la vittima in una trappola, invitandola a consumare cocaina in un’auto prestata da un latitante ora collaboratore di giustizia. Una volta a bordo l’avrebbero freddata con due colpi di pistola alla testa, prima di abbandonare il cadavere in strada, a Castellammare di Stabia. Antonio Occidente e Luciano Verdoliva, di 50 e 46 anni, sono accusati di essere i killer di Carmine Paolino, detto “Badalamenti”, consumato nel Napoletano 18 anni fa. Un cold case, sfociato in un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per entrambi, eseguita oggi dai carabinieri di Torre Annunziata. Occidente, peraltro, era già detenuto per altre cause. La Dda di Napoli ipotizza il reato di omicidio premeditato in concorso, aggravato anche perchè commesso per agevolare il clan D’Alessandro.

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A trovare il cadavere di Paolino in strada fu una passante che subito avvertì i carabinieri. Secondo quanto emerso dalle indagini, Paolino venne assassinato a causa della faida che scattò il primo giugno del 2004, tra il clan D’Alessandro e un gruppo scissionista, con l’omicidio di Giuseppe Verdoliva, autista personale del boss Michele D’Alessandro, e padre di Luciano Verdoliva. Paolino avrebbe scelto di schierarsi con il gruppo scissionista facente capo agli ex cutoliani scarcerati Massimo Scarpa e Michele Omobono, uscito tuttavia sconfitto dallo scontro. I D’Alessandro avrebbero però stabilito di punire i traditori. Una decisione fatale anche per Paolino, nel frattempo rientrato nel clan malgrado la sua presunta partecipazione, durante la faida, all’omicidio eccellente di un elemento di spicco del clan, Antonio Martone.

Gli investigatori non escludono, inoltre, che Luciano Verdoliva – considerato colui che ha materialmente sparato alla vittima – volesse anche vendicare il padre. Verdoliva è anche titolare di un ristorante a Castellammare di Stabia, “Le tre Caravelle” che i carabinieri del Nas hanno ispezionato dopo l’arresto, avvenuto nel locale. Sono stati sequestrati 50 kg di prodotti ittici privi di tracciabilità e comminate sanzioni per 3500 euro. Il ristorante è stato diffidato per carenze igienico sanitarie ma non chiuso.

venerdì, 1 Dicembre 2023 - 15:37
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