Corte dei conti, De Luca condannato in appello: deve risarcire 100.000 euro pei 4 vigili urbani-staffisti


Condannato anche in appello, con importo aumentato. La Corte dei conti stabilito che il governatore campano Vincenzo De Luca, per danno erariale, deve risarcire 100.000 euro. Come riporta Ilfattoquotidiano.it, la vicenda è quella dei quattro vigili urbani di Salerno distaccati in Regione, promossi negli uffici di staff del Presidente, e remunerati come dirigenti, ma messi a fare compiti di vario tipo e non compatibili con gli incarichi, tra cui l’autista.

Leggi anche /Vigili urbani assunti nello staff, archiviazione per il governatore della Campania Vincenzo De Luca

Rispetto al primo grado, i giudici hanno però cambiato il titolo di imputazione per De Luca: non più dolo, ma colpa grave. Ciò nonostante, secondo le motivazioni, il presidente della Regione ha «consentito che ai quattro collaboratori venisse corrisposta una indennità per così dire “maggiorata”, senza che ricorressero i necessari presupposti; né costui, agendo con evidente colpa grave, in modo del tutto superficiale e poco avveduto, nonostante la lunga esperienza maturata ai vertici di una pubblica amministrazione, si è mai premurato di acquisire, in merito alla legittimità del proprio operato, il parere dei competenti organi tecnico-amministrativi, in primis quello del Responsabile dell’Ufficio di Ragioneria o del Direttore generale».

Per i giudici di secondo grado De Luca era «convinto che la discrezionalità esercitata nella riorganizzazione della Segreteria personale potesse spingersi ad equiparare i propri collaboratori ai responsabili delle Segreterie degli Assessori o dei Presidenti delle Commissioni regionali, indipendentemente dall’attività da costoro concretamente svolta». Proprio le «indennità maggiorate», nella sentenza, sono individuate come danno erariale, in misura maggiore da quanto emerso in primo grado, in accoglimento di uno specifico ricorso della procura contabile.

Nell’inchiesta penale, viceversa, la posizione di De Luca era stata archiviata. Nei suoi confronti, i pm della procura di Napoli avevano inizialmente ipotizzato i reati di abuso d’ufficio, falsità ideologica e truffa.

giovedì, 25 Gennaio 2024 - 22:19
© RIPRODUZIONE RISERVATA