Congresso Anm, passa all’unanimità mozione anti riforma: «Unicità della magistratura è valore»


Un ‘no’ netto e corale alla separazione della carriere in magistratura ed alla revisione del Csm. Lo afferma la mozione congressuale, approvata all’unanimità, che ha concluso il 36esimo Congresso dell’Anm a Palermo. «L’unicità della magistratura – si legge nel testo lettoda Salvatore Casciaro, segretario generale dell’Associazione – è valore fondante del nostro associazionismo, tale sua caratteristica ontologica è incompatibile con ogni possibilità di mediazione e trattativa sugli specifici contenuti delle riforme. La separazione delle carriere non è affatto funzionale a garantire la terzietà del giudice, ma appare piuttosto uno strumento per indebolire in modo sostanziale il ruolo del pubblico ministero e, conseguentemente, la funzione di controllo di legalità rimessa al giudice e lascia presagire che venga agitata come strumento di ritorsione e minaccia nei confronti della magistratura tutta». Parole molto chiare.

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«Oggi giudici e pubblici ministeri – recita il documento – sono uniti nell’esercizio della giurisdizione, hanno una comune cultura e fruiscono delle stesse garanzie costituzionali. Separarli rischia concretamente di attrarre la magistratura requirente nell’orbita del potere politico e del controllo governativo, come avviene, in modo formale o sostanziale, in tutti i Paesi nei quali la magistratura è separate». La mozione finale, approvata per acclamazione, è un segnale inviato al ministro Carlo Nordio. Per il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia «non si tratta» su una riforma «cattiva». Le toghe lanciano una campagna di «mobilitazione culturale e comunicativa».

«Non siamo una casta» ribadisce Santalucia. Una risposta agli ultimi attacchi, in particolare quello del vicepremier Matteo Salvini, che aveva utilizzato proprio quel termine. Dal palco del capoluogo siciliano, il leader pentastellato Giuseppe Conte invece attacca la «reazione indecorosa e corporativa» del governo «di fronte ai perversi intrecci tra politica e affarismo», con evidente richiamo alle ultime inchieste anti corruzione. Per Conte, il centrodestra «delegittima l’azione delle toghe», e con la sua riforma della giustizia mette in atto una «svolta autoritaria che presenta assonanze con il progetto di rinascita democratica della P2»

lunedì, 13 Maggio 2024 - 23:32
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