Pnrr e tagli a Comuni, Decaro: «Doppio danno». Pinto (Asmel): «Stupidaggine». Ma Salvini: «Ci sarà soluzione»

Assemblea Asmel a Napoli
di Laura Nazzari

La questione scotta. I Comuni e i sindaci sono sul piede di guerra. Nella bozza di decreto ministeriale sul tavolo di Giancarlo Giorgetti e firmata appunto da Giorgetti e dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi c’è un decreto che rischia di azzoppare migliaia di Comuni, soprattutto quelli più piccoli: chi ha ricevuto più fondi attraverso il Pnrr subirà i tagli maggiori della spesa corrente. Una spending review feroce che si applica a 6.838 comuni, 78 province, 13 città metropolitane; restano esclusi gli enti in dissesto, quelli in procedura di riequilibrio e quelli che hanno firmato un accordo per il ripiano del disavanzo e il rilancio degli investimenti come Torino, Napoli, Palermo e Reggio Calabria. Il taglio agli enti locali è calcolato per il 50% sulla spesa corrente e per il restante 50% «in proporzione ai contributi assegnati a ciascun ente a valere sulle risorse del Pnrr».

Nella bozza di decreto si legge che le risorse assegnate a Comuni e Province sono pari a 6,1 miliardi: di questi, 3,2 miliardi riguardano asili nido e scuole dell’infanzia; 2 miliardi la rigenerazione urbana per le periferie e 900 milioni di euro i piani urbani integrati. Sono escluse le materie di welfare e del sociale, ma alla fine sono gli amministratori a dover far quadrare i conti. Quanto basta per mandare in ambasce i sindaci. Dalla 14esima assemblea generale dell’Asmel (Associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli enti locali), tenutasi questa mattina nell’Hotel Ramanda a Napoli, il presidente nazionale Anci Antonio Decaro ha parlato di «danno doppio» ai Comuni per via di questa (bozza di) manovra. «Grazie al Pnrr sono arrivate tante risorse, 40 miliardi di euro soltanto per i comuni. Si tratta di risorse importanti che permettono di ripartire con gli investimenti che in pochi anni son più che raddoppiati – ha spiegato Decaro -. Siamo riusciti ad ottenere dei risultati importanti anche nella realizzazione delle opere pubbliche nel Sud d’Italia cosa che non era scontata. Oggi abbiamo la possibilità di finanziare opere pubbliche che miglioreranno le condizioni di vita dal punto di vista economico e sociale dei nostri comuni».

Ma con la spending review tutto rischia di essere vanificato. «Purtroppo sta tornando la stagione dei tagli che per quest’anno ammontano 200 mln come da legge di bilancio – ha aggiunto -. La cosa che ci inquieta proprio in queste ore è il fatto che il taglio sarà fatto con dei coefficienti che tolgono di più a chi ha avuto più risorse dal Pnrr. Questo è un controsenso, perché con i fondi del Pnrr saranno realizzate opere pubbliche che necessitano di maggiori servizi e risorse. Quindi il danno è doppio». Boccia come «stupidaggine» i tagli ai Comuni, Francesco Pinto, segretario generale di Asmel. «Sulla vicenda dei tagli, è evidente per gli enti locali la stupidaggine di sostenere che bisogna sostenere la spending review in proporzione ai finanziamenti del Pnrr. Giorgetti – ha osservato – parla di Pnrr come dei regali, ma in realtà non sono regali, sono finanziamenti a investimenti per costruire, per esempio, un asilo nido. Ma in questi finanziamenti non è compresa la manutenzione della scuola, il costo dell’insegnante. Perché mai punire il Comune che è riuscito ad avere l’investimento, fa questo investimento con soldi pubblici e poi sulle proprie spalle dovrà sostenere un costo maggiore?».

«La spesa del Comune – ha concluso Pinto – aumenta e tu, aumentando la spesa, aggiungi anche un maggiore incremento del taglio. I 200 milioni di tagli per i Comuni rappresentano 3,3 euro ad abitante, una piccola cifra, però distribuirla in questo modo è veramente una cosa sbagliata e penso che il Governo tornerà sui suoi passi». Dice che «si troverà una soluzione» il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, che stamattina ha effettuato un sopralluogo tecnico nella nuova stazione Marittima al Molo Beverello ormai completata e prossima ad essere aperta. «È giusto che i sindaci siano sempre preoccupati, ma io non ho nessuna preoccupazione perché non ci saranno tagli», ha osservato Salvini rispondendo alle domande dei giornalisti. Prova a rasserenare gli animi anche il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto: «La legge – spiega – prevede esplicitamente che i tagli non possano interessare gli interventi degli enti locali relativi ai diritti sociali, alle politiche sociali e alle politiche familiari».

«Quindi – sottolinea – sono esclusi gli interventi per l’infanzia, i minori e gli asili nido; gli interventi per la disabilità, per gli anziani, per i soggetti a rischio di esclusione sociale; gli interventi per le famiglie, per il diritto alla casa; la programmazione e il governo della rete dei servizi sociosanitari e sociali; la cooperazione e l’associazionismo; i servizi cimiteriali; e, per le regioni, la politica regionale unitaria per i diritti sociali e la famiglia». Pronta la replica del responsabile economico del Pd, Antonio Misiani che entra nei dettagli tecnici dei tagli e afferma: «Delle due, l’una. O il ministro Fitto non conosce come funzionano i bilanci comunali oppure, sui tagli al fondo di solidarietà comunale sta facendo il gioco delle tre carte». Le polemiche non si fermano.

lunedì, 27 Maggio 2024 - 19:43
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