Se gli avvocati appoggiano il progetto di separazione delle carriere, approvato dal Consiglio dei ministri e ora in attesa di arrivare all’esame dell’Aula del Parlamento, lui per ripicca diserterà tutti i convegni organizzati dagli avvocati, inclusi quelli – già programmati – ai quali avrebbe dovuto partecipare come relatore.
Fa discutere, in queste ore, la decisione del magistrato Nicola Scalabrini, sostituto procuratore a Bologna e componente della giunta distrettuale dell’Anm, che ha comunicato ai rappresentanti locali degli organi associativi degli avvocati (Consiglio dell’ordine, fondazione forense e camere penali) che non parteciperà più come relatore a convegni di formazione organizzati dagli stessi avvocati, anche quelli dove la sua presenza era già programmata. Il suo è un gesto di rottura e dal valore anche simbolico, che arriva dopo una presa di posizione di alcuni consigli dell’ordine (Bologna, Brescia, Lecce, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Venezia) in favore della riforma sulla separazione delle carriere in magistratura. «Mi sento davvero sulla ‘irrinunciabile linea del Piave’», scrive Scalabrini citando il famoso appello alla resistenza di Francesco Saverio Borrelli nel 2002, a Milano.
«Quest’ultima presa di posizione del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Bologna – continua il magistrato – amplia e approfondisce un solco e impone alla mia coscienza di considerare che i tanti momenti comuni e la singola testimonianza da me portata sono stati del tutto inutili. Non basta più la stima personale che nutro per ciascuno di voi singoli avvocati nella altissima funzione da voi svolta a farmi credere che le iniziative di formazione siano state, o possano davvero essere, occasione rispettosa di arricchimento reciproco».
Con la presa di posizione in favore della separazione delle carriere verrebbe meno in sostanza, secondo Scalabrini, una visione comune sull’idea di giustizia. «Questa improvvida riforma – dice ancora – non risolve alcuno dei mali che affliggono la giustizia, ma scardina nel profondo i rapporti tra i poteri dello Stato e indebolisce le esigenze di garanzia dei cittadini».
venerdì, 14 Giugno 2024 - 21:57
© RIPRODUZIONE RISERVATA