«Sono passati ormai tre mesi dall’appello in cui il Presidente della Repubblica invitava la classe politica del nostro Paese ad adottare con urgenza misure immediate» per allentare il clima di tensione che si respira nelle carceri italiane, causato principalmente dal sovraffollamento, dalla carenza del personale e dall’inefficienza dell’assistenza sanitaria intramuraria. Domani a tre mesi da questo appello, i Garanti regionali, provinciali e comunali dei detenuti, manifesteranno in tutta Italia e diffonderanno un appello rivolto alla politica e al Governo.
Il portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti delle persone private della libertà e Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello, così motiva l’appello e la mobilitazione: «Continua nelle carceri la strage silenziosa dei suicidi. Troppi silenzi, in particolare della politica: è allarme nazionale! Servono risposte immediate, urgenti e concrete. Il sovraffollamento ha creato condizioni inumane. Indignarsi non basta più! I numeri sono agghiaccianti e in estate peggioreranno. Le carceri ormai sono diventate bombe ad orologeria con miccia corta. Il Governo, la politica, la magistratura di sorveglianza, l’amministrazione penitenziaria e la società civile devono fare la propria parte per far fronte a questa emergenza».
«Con grande preoccupazione, la Conferenza nazionale dei Garanti delle persone private della libertà constata, ancora una volta, la sostanziale indifferenza della politica rispetto all’acuirsi dello stato di sofferenza dei detenuti, rispetto al peggioramento delle condizioni di vivibilità delle nostre carceri che, lungi dal consentire quell'”inveramento del volto costituzionale della pena», continuano a tradire i basilari principi costituzionali, europei ed internazionali, su cui regge lo stato di diritto e a umiliare continuamente la dignità umana delle persone ristrette», scrivono i garanti.
Per la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà è indispensabile che il legislatore individui, immediatamente misure, anche temporanee, volte ad alleggerire la tensione sulla popolazione carceraria: «È urgente partire dalla discussione e dall’approvazione di misure deflattive del sovraffollamento, facilmente applicabili, come quella contenuta nella proposta dell’on. Giacchetti, quale primo firmatario, volta a modificare l’istituto della liberazione anticipata e a prevedere uno sconto di ulteriori trenta giorni a semestre per i prossimi due anni, rispetto a riduzioni già concesse dal 2016 ad oggi (30+45)».
«È necessario adottare un modello di esecuzione penale che si allontani il più possibile dalla visione carcero centrica del sistema punitivo – si legge ancora nel documento -. Cosa che sarebbe già possibile, a legislazione vigente, tramite una maggiore fruibilità da parte delle persone ristrette di misure alternative alla detenzione: al 10 giugno 2024 sono 23.443 le persone con un residuo pena al di sotto dei tre anni, di cui 7.954 con un residuo pena al di sotto di un anno; sono 1.529 i detenuti che hanno una pena inflitta da 1 mese a 1 anno».
lunedì, 17 Giugno 2024 - 20:35
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