Nelle celle del carcere di Santa Maria Capua Vetere è stato trovato di tutto. Droga, cellulari. A testimonianza del fatto che nei penitenziari campani – come denunciò anni fa l’allora procuratore di Napoli Giovanni Melillo – c’è un ‘buco’ che consente ad alcuni detenuti di continuare a vivere in modo illegale.
Un ‘buco’ che talvolta viene aperto da chi nelle strutture penitenziarie ci lavora. Un operatore socio sanitario è stato arrestato nella giornata di oggi a seguito dell’ultima massiccia perquisizione eseguita dalla polizia penitenziaria su disposizione della procura sammaritana: «è stato soppresso nell’atto di introdurre in carcere – si legge in una nota stampa – 40 cavetti Usb, tre spine carica batteria completi di cavi Usb, 7 auricolari, 4 smartphone, un micro smartphone e due schede sim card, occultati nel proprio vestiario».
Altro materiale ritenuto ‘sensibile’ è stato sequestrato in casa dell’uomo: sono stati trovati un micro cellulare, 12 smartphone, 10 spine caricabateria, 12 cavetti usb, un bilancio di precisione e 1200 euro in contanti.
Quanto invece alla perquisizione che ha interessato il carcere di Santa Maria Capua Vetere, la Penitenziaria ha recuperato – dopo le ispezioni nelle celle – un panetto di hashish di circa 98 grammi, 39 micro cellulari 6 smartphone, un telefono di colore nero e cinque spinte carica batteria completi di cava Usb e due schede sim card. Sono ancora in corso accertamenti per capire quale detenuto ne avesse la disponibilità.
mercoledì, 19 Giugno 2024 - 09:07
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