Campi Flegrei, il flop della prima attesa esercitazione per il terremoto: 30 cittadini a Pozzuoli. Le reazioni delle istituzioni

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Uno dei punti di raccolta, a Napoli, allestiti per l'esercitazione da bradisismo
di maga

I più delusi sono stati i cittadini, quei 30 abitanti di Pozzuoli che si sono ritrovati nei due punti di raccolta allestito ad hoc nella tanto attesa prima esercitazione in caso di nuovo fenomeno bradisismico ai Campi Flegrei. Il comune più “ballerino”, quello dove si sono registrati i maggiori danni dopo la scossa di magnitudo 4.4 del 20 maggio con numerose persone costrette a lasciare le abitazioni per problemi di agibilità provocati proprio dal terremoto, si è dimostrato disinteressato a un momento di formazione che diventa invece fondamentale. E pensare che tra le tante, tantissime, critiche, mosse proprio dagli abitanti all’indomani della forte scossa del 20 maggio c’era l’assenza di informazione su eventuali piani di evacuazione e la scarsa preparazione della popolazione sulle vie di fuga. «I cittadini sapevano che oggi c’era questo appuntamenti. Se ciascuno avesse mandato un membro della famiglia, ci sarebbero state più persone. Invece c’è molto menefreghismo. Sono arrabbiato, mi sento da solo questa è la sensazione», dice uno dei partecipanti.

Sul lungomare Pertini, uno dei due punti di raccolta, si fa fatica a capire le ragioni della mancata adesione. C’è amarezza anche da parte delle istituzioni e lo si capisce anche se nessuno lo dice apertamente. Il sindaco di Pozzuoli Luigi Manzoni cerca di svicolare alle prime domande sul punto ma poi incalzato dai giornalisti cerca di non alimentare polemiche. Dice che a suo avviso l’assenza dei cittadini «non è un segnale di sfiducia nei confronti delle istituzioni» e spera che con il proseguire delle esercitazioni («ce ne saranno altre») si faccia largo una «maggiore consapevolezza» nella popolazione. Anche il prefetto di Napoli Michele di Bari usa toni bassi: «Lo scopo di esercitazioni come queste – spiega quando gli viene chiesto conto del numero risibile di partecipanti – è far capire che quando più l’esercitazione è condivisa, partecipata, tanto più la esercitazione assume il ruolo di accompagnare le persone nei momenti di difficoltà, allorquando é necessario che la popolazione assuma comportamenti razionali».

Più diretto, invece, Edoardo Cosenza, assessore alla Protezione civile del Comune di Napoli, che ha seguito l’esercitazione che ha coinvolto la X Municipalità (Bagnoli-Fuorigrotta) e ha visto coinvolti 16 cittadini: «È chiaro che sarebbe meglio che ci fosse una partecipazione ancora maggiore da parte dei cittadini».

Si mostra meno restio a prendere posizione anche il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio: «Dobbiamo migliorare il coinvolgimento dei cittadini, perché tutto ciò che facciamo come istituzioni a livello comunale, regionale e nazionale ha necessità di un riscontro della popolazione. Quindi, sicuramente, dobbiamo trovare il modo per sensibilizzare ancora di più le comunità». Comunque, a suo giudizio, non si deve parlare di sfiducia. «Questo tema – dice – francamente non lo vedo. Quando abbiamo fatto gli incontri con la popolazione e con i sindaci abbiamo avuto una buona adesione. Sulle simulazioni c’è certamente la necessità di migliorare la consapevolezza del fatto che le pianificazioni vengono fatte anche su suggerimenti della popolazione».

Meglio è andata a Bacoli, l’altro comune flegreo interessato dall’esercitazione. «Nei luoghi di prima accoglienza si sono recati un centinaio di cittadini – dice il sindaco Josi Della Ragione – qui ci esercitiamo purtroppo da un anno. Si esce dalle case e dalle scuole per delle scosse reali, questa è la ragione della scarsa partecipazione, ma oggi siamo un popolo assai più resiliente al bradisismo rispetto al passato».

mercoledì, 26 Giugno 2024 - 21:41
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