Bracciante morto a Latina, arrestato titolare azienda. Il gip: «Condotta disumana»


Se non fosse stato trattato come un rifiuto, Satnam Singh, il bracciante indiano di 31 anni anni deceduto a seguito di un grave incidente sul lavoro a Latina, si sarebbe potuto salvare. Se ciò non è accaduto, dicono gli inquirenti, è per colpa del titolare dell’azienda in cui Singh era impiegato a nero: Antonello Lovato è stato arrestato (e condotto in carcere) per la morte di Singh, deve rispondere dell’accusa di omicidio con dolo eventuale.

La consulenza medico legale ha accertato infatti che l’indiano, deceduto per la copiosa perdita di sangue, se fosse stato soccorso tempestivamente si sarebbe «con ogni probabilità salvato – spiegano dalla procura di Latina -. Le condizioni del lavoratore dopo l’infortunio sono risultate talmente gravi da rendere evidente la necessità di un tempestivo soccorso». I pubblici ministeri del capoluogo pontino, nella richiesta di custodia cautelare, sostengono che quanto compiuto da Lovato, «valutato nel complesso, lascia presumere che egli volesse occultare quanto accaduto per evitare che venissero alla luce le condizioni di irregolarità e sfruttamento nelle quali versava il lavoratore, nonché la gravissima situazione di irregolarità dell’azienda sotto il profilo della sicurezza e della salute sul lavoro».

Fortissime le parole usate dal gip Giuseppe Molfese che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare di 28 pagine: la condotta di Lovato è stata «disumana e lesiva dei più basilari valori di solidarietà». Secondo il giudice, «prescindendo da valutazioni etiche (irrilevanti per il diritto penale) che pure si imporrebbero a fronte di una condotta disumana e lesiva dei più basilari valori di solidarietà, non può sottacersi che l’indagato si è intenzionalmente e volontariamente disinteressato delle probabili conseguenze del suo agire». Il datore di lavoro «non voleva la morte del suo bracciante indiano, ma per la condotta posta in essere e le lucide modalità operative (sconfessate solo delle sue dichiarazioni, a tenore delle quali avrebbe agito nei termini descritti perché sotto shock) ha ragionevolmente previsto il probabile decesso del Satnam, accettando consapevolmente il rischio», si legge ancora nell’ordinanza.

Agli atti dell’inchiesta ci sono anche le dichiarazioni della moglie di Singh: «Quando è successo l’incidente a mio marito, il trattore stava fermo, Antonello (Lovato, odierno indagato ndr) stava seduto sul trattore e mentre l’avvolgi-plastica era in funzione, Antonello dava indicazioni a mio marito delle operazioni che avrebbe dovuto svolgere. All’improvviso ho visto Antonello urlare e nel medesimo istante ho visto mio marito riverso a terra accovacciato su se stesso vicino al macchinario». «In evidente contraddizione», prosegue il gip, la versione di Lovato «che appare non veritiera» per cui, pur confermando l’incidente a la dinamica, ha precisato di essersi «allontanato un attimo a circa 05 metri dal trattore per dire alla moglie del Singh Satman che era ora di staccare perché erano le 16. In quel momento lui, Singh Satman, ha preso un telo e lo ha agganciato all’attrezzo avvolgitelo senza che io gli avessi detto di farlo, si è agganciato all’avvolgitelo, forse con un guanto ed è stato tirato verso il macchinario rimanendo incastrato, agganciato con la camicia».

martedì, 2 Luglio 2024 - 19:01
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