Suicidi in carcere, da Napoli lettera dei penalisti a Meloni e Mattarella. A Torre A. “corteo funebre” per ricordare le vittime

di mg

Tre giorni di sciopero contro la «lunga di scia di sangue» che sta avvenendo nelle carceri italiane. Ieri mattina, mercoledì 10 luglio, i penalisti di tutta Italia hanno incrociato le braccia dando vita a diverse manifestazioni allo scopo di sensibilizzare la società civile sul dramma dei suicidi dietro le sbarre.
L’astensione, nazionale, durerà fino a domani. Oggi, in piazza Santi Apostoli a Roma, si terrà una manifestazione aperta a tutte le associazioni sensibili a tale emergenza e ai rappresentanti della politica favorevoli all’adozione di strumenti immediati, volti alla soluzione della crisi in atto. Saranno presenti le senatrici e i senatori del Pd componenti della Commissione Diritti umani Filippo Sensi (vicepresidente), Cecilia D’Elia, Susanna Camusso e Tatiana Rojc. L’Unione delle Camere penali denuncia «l’incessante stillicidio di persone che, ristrette nelle carceri del nostro Paese, pongono fine alle loro insopportabili condizioni di sofferenza togliendosi la vita con una frequenza impietosa ed al contempo impressionante che mai prima d’ora si era registrata». E lamenta «la mancanza di un programma di serie riforme strutturali e di ripensamento dell’intera esecuzione penale e l’irresponsabile indifferenza della politica di fronte al dramma del sovraffollamento ed alla tragedia dei fenomeni suicidari».

Una situazione impietosa raccontata dai numeri. Cinquantatré persone si sono tolte la vita dall’inizio dell’anno. I penalisti di Torre Annunziata li hanno ricordate tutte in una manifestazione tenutasi ieri dinanzi all’ingresso del palazzo di giustizia oplontino. Con indosso una T-shirt bianca, recante sul davanti la scritta “Fermare i suicidi in carcere non c’è più tempo” e sul retro “Diamo voce a tutti coloro che non possono parlare”, hanno replicato un ideale corteo funebre «per commemorare le vittime di questa lunga scia di suicidi in carcere», mentre un avvocato elencava tristemente i nomi e i cognomi di chi si è tolto la vita.

A Napoli, invece, diversi avvocati si sono fermati in piazza Coperta, all’interno del Tribunale, per un minuto di silenzio. Ciascuno di loro reggeva tra le mani un foglio con il nome e l’età di un detenuto suicida. All’iniziativa, organizzata dalla camera degli avvocati penalisti “Sebastiano Fusco” (associazione nata nel dicembre 2023 e dedicata alla memoria del noto penalista scomparso prematuramente), è seguita la sottoscrizione di un documento trasmesso al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Senato Ignazio La Russa, al presidente della Camera Lorenzo Fontana, alla premier Giorgia Meloni e ai ministri Matteo Piantedosi (Interno) e Carlo Nordio (Giustizia). «Si è persa la dimensione umana dei processi – lamentano i penalisti firmatari del documento -. Di carcere si muore. Responsabile è lo Stato per l’eccessiva burocratizzazione di ogni aspetto della vita del soggetto sottoposto al processo e del condannato. Responsabile è la politica, inappetente e sbrigativa sul tema delle condizioni dei detenuti e sull’esecuzione penale». L’auspicio è che vengano attuati «interventi urgenti ed immediati che rimuovano tutti i fatti di rischio suicidi» come, viene suggerito nel documento, «l’implementazione di strutture psico-assistenziali, incremento del personale specializzato all’osservazione del detenuto, incremento del personale (magistrati, cancellieri e ausiliari) del Tribunale di Sorveglianza (anche attraverso la formazione di ruoli per l’Upp)»

giovedì, 11 Luglio 2024 - 02:09
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