Il dispetto di Meloni a De Luca: lunedì torna a Napoli dopo 2 anni e firma per Bagnoli coi soldi della Regione

Giorgia Meloni, Gaetano Manfredi e Vincenzo De Luca
di Laura Nazzari

L’uno chiama a raduno i sindaci della Campania e lancia bordate al Governo centrale e pure a chi, come il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, fa da sponda all’Esecutivo. L’altro, Manfredi appunto, si chiama fuori dallo scontro Regione-Governo e con il Governo non solo ci dialoga, ma strappa fondi per progetti storici destinati a diventare bandiera di un modello politico che nel Pd in molti vorrebbero esportare anche a Palazzo Santa Lucia. Lunedì 15 luglio la distanza che separa il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi si allargherà ancora. La premier Giorgia Meloni sarà a Napoli per firmare il protocollo di intesa che di fatto suggellerà la destinazione di un miliardo e duecento milioni di euro (scaglionato nel tempo, con la tranche più corposa da 800 milioni da liquidare tra il 2028 e il 2029) a Bagnoli, per completarne la bonifica e la definitiva rigenerazione. Una data dal punto di vista politico ‘storico’. E per tante ragioni.

Anzitutto Giorgia Meloni torna a Napoli e torna dove alla vigilia delle Politiche, a settembre 2022, chiuse la sua campagna elettorale partenopea: cioè a Bagnoli. Da allora la premier non ha più messo piede in città, preferendo invece la piazza di Caivano, dove il Governo ha pensato di gettare i semi del proprio posizionamento sfruttando la vicenda dello stupro delle due cuginette e costruendo una campagna volta alla sicurezza, alla vicinanza dello Stato in una delle zone di non volo della regione. Una sfida diretta a De Luca. Una sfida che nell’ultimo anno ha acuito lo scontro tra il governatore e l’Esecutivo centrale. In questo scontro ci sono finiti i fondi di sviluppo e coesione, destinati a ogni regione Campania: il via libera spetta al Governo, e questo via libera per la Campania non è ancora arrivato benché il progetto sia stato presentato oltre un anno fa, tanto da spingere De Luca a ricorrere alla giustizia amministrativa.

Nel mezzo accuse e repliche tra le due parti in causa, la manifestazione a Roma capitanata da De Luca con al seguito 500 amministratori finalizzata a incontrare Meloni o qualche esponente di Governo. Viaggio a vuoto, perché Meloni non si è fatta trovare e nessun rappresentante dell’Esecutivo ha ricevuto i sindaci, circostanza che da mesi motiva De Luca a parlare di «insulto» ai primi cittadini della Campania. Tant’è: la premier non si è scomposta e gioca di sponda. La sponda offerta dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che, come noto, non condivide la linea dello scontro politico di Vincenzo De Luca. Sindaco e governatore sono sempre più distanti, per non dire in guerra. Il caso Bagnoli li ha definitivamente separati. Mentre si è messo di traverso con la Regione non dando il via libera ai fondi di sviluppo e coesione, il Governo ha trovato il modo di allacciare un dialogo pacato e istituzionale con Gaetano Manfredi. E questo dialogo ha visto l’accoglimento, senza riserve, della richiesta di Manfredi di avere altra liquidità, ben un miliardo e duecento milioni di euro, per completare la bonifica e la rigenerazione di Bagnoli che, altrimenti, si sarebbe arenata essendo terminati i fondi che erano in cassa. Ebbene, il tesoretto è stato prelevato dal Governo dal capitale dei fondi di sviluppo e coesione destinati alla Campania. Un inciso: alla Campania spettano sei miliardi di euro, la Regione un anno fa ha presentato un programma delle attività da finanziare. Attività che coprono l’intero territorio regionale. E nell’elenco delle attività non vi era Bagnoli.

Ora, imponendo il prelievo di liquidità dai Fsc per Bagnoli, il Governo ha costretto la Regione a cancellare attività corrispondenti all’importo di un miliardo e duecento milioni. Un diktat che non è piaciuto a De Luca, che da settimane parla di «rapina», di «truffa di Bagnoli», e che ha accusato direttamente Manfredi di essere «complice» di questa operazione. Per tutta risposta Manfredi si è sempre limitato a dire di «dialogare con tutti» e di lavorare nell’interesse della città di Napoli. Città che però ha replicato De Luca sarebbe penalizzata dallo scippo del miliardo di euro perché, a causa di questa ‘distrazione’ di denaro’, sono saltati anche importanti interventi da realizzarsi nel capoluogo, a cominciare da opere che riguardano alcuni ospedali.

Sulla polemica dei fondi utilizzati per Bagnoli, proprio ieri Manfredi ha replicato: «Sono scelte personali, politiche. Io non credo di dover dare lezioni a nessuno. Ho sempre agito in questa maniera, in tutti i ruoli istituzionali che ho ricoperto. Ho sempre pensato che, ovviamente nella fermezza delle posizioni politiche e dei propri orientamenti, bisogna sempre istituzionalmente dialogare, perché l’obiettivo primario è dare una risposta ai bisogni dei cittadini». Per Bagnoli «credo che oramai abbiamo individuato una strada molto precisa, abbiamo una copertura di tutti gli interventi, tutti i progetti o sono già pronti o sono in fase di autorizzazione. Mi sembra un percorso che ci consentirà finalmente di dare tempi certi e una prospettiva sicura alla bonifica di Bagnoli e alla realizzazione delle infrastrutture per restituire un pezzo della città a Napoli e alla Campania, dopo trent’anni». Manfredi è dunque pronto a mettere la sua “bandierina” politica, mentre De Luca si ritrova sempre più isolato e torna ad affidarsi alla ‘piazza’ social che diventa il suo megafono: dalla diretta Facebook del venerdì, De Luca cerca di lanciare un appello al Governo: «Sarebbe stato bello se lunedì si fosse firmato anche l’accordo di coesione».

sabato, 13 Luglio 2024 - 10:23
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