Dl carceri, il Pd presenta 79 emendamenti. E anche Fi e Lega mettono sul tavolo testi correttivi

Cella Carcere

Protestano tutti. Protestano i garanti dei detenuti, protesta l’Unione delle Camere penali. Protestano i parlamentari di alcuni partiti. L’ultima riforma targata Carlo Nordio che va a toccare il mondo delle carceri non piace. Il ministro della Giustizia aveva presentato il testo, approvato dal Consiglio dei ministri, come impattante sul sovraffollamento ma c’è chi non la pensa così. «Da tempo come Garanti territoriali delle persone private della libertà personale – ha detto nei giorni scorsi il Garante regionale dei diritti della persona di Trieste, Paolo Pittaro, – lanciamo continui allarmi sul crescente sovraffollamento carcerario proponendo, assieme a tutte le associazioni di penalisti, processualisti, costituzionalisti e le Camere penali, un intervento normativo che ampli sia i termini della liberazione anticipata da 45 ad almeno 60 giorni, sia le possibilità delle telefonate in modo organico, non lasciandole alla benevolenza dei direttori: alcuni semplici ma precisi segnali da inviare alla popolazione carceraria proprio nel contesto di un’emergenza, aggravata dai bollenti mesi estivi». E proprio i penalisti sono impegnati da oltre un mese in una mobilitazione contro i suicidi. Le diverse camere penali italiane sono state impegnate in maratone oratorie, in strada, per denunciare la scia di morti nei penitenziari, iniziative culminate in uno sciopero nazionale di tre giorni scandito da una manifestazione a Roma alla quale hanno partecipato anche alcuni politici.

In prima linea il parlamentare di Italia Viva Roberto Giachetti, che ha alzato il tiro annunciando che «denunceremo il ministro della Giustizia perché se non prende le decisioni concrete per impedire quello che accade nelle carceri, può esserne ritenuto responsabile». «L’art.40 del Codice penale recita che non impedire un evento che si ha l’obbligo di impedire equivale a cagionarlo. Le persone che si suicidano in carcere sono consegnate allo Stato. E ogni due giorni c’è un suicidio derivante dalle condizioni disumane e degradanti nelle quali si trovano i detenuti. Adesso basta. Denunceremo Nordio perché, sapendo quello che può accadere nelle carceri italiane, non ha fatto tutto il possibile per impedirlo. I capigruppo di Italia Viva – ha annunciato Giachetti – hanno inviato una lettera a tutti parlamentari perché, in occasione della discussione della legge che abbiamo proposto per la liberazione anticipata speciale, si rendano conto di quale sia la situazione. E non abbiamo ancora superato luglio e agosto, che sono i mesi più terribili».

Voci che fanno da anticamera alla mossa politica delle opposizioni, che puntano a contrastare il dl Nordio sulle carceri che necessita del via libera del Parlamento per essere convertito in legge. Sono all’incirca 225 gli emendamenti presentati al cosiddetto decreto carceri al vaglio della commissione Giustizia del Senato, in prima lettura, che prevede tra l’altro assunzioni nella polizia penitenziaria, interventi sulla liberazione anticipata dei detenuti e il loro reinserimento sociale e l’introduzione del peculato per distrazione, fattispecie di reato che colmerebbe – secondo le intenzioni del governo – un vuoto interpretativo dopo l’abrogazione dell’abuso di ufficio.

Il numero più consistente di emendamenti viene dalle opposizioni con un’ottantina da parte del Pd e altrettanti dal Movimento 5 Stelle, una trentina quelli proposti da Italia Viva e 18 da Alleanza verdi e sinistra. Tra questi ultimi, una proposta sull’emergenza suicidi in carcere (prima firmataria la senatrice Ilaria Cucchi) che chiede l’autopsia obbligatoria sui detenuti morti in carcere «anche in assenza di sospetto di reato». E un’altra per introdurre il diritto alla sessualità in carcere, prevedendo incontri periodici di non meno di 6 ore consecutive e non oltre le 24 con il coniuge o convivente e persona che abbia rapporti affettivi continuativi «senza controllo visivo e auditivo, in locali idonei a consentire relazioni intime».

LE PROPOSTE DEL PD

«Il decreto carceri è uno dei peggiori – ha detto la responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani nel corso di una conferenza stampa tenuta stamattina dal Pd a Palazzo Madama per illustrare gli emendamenti presentati – perché non affronta affatto l’emergenza. Siamo al 56esimo suicidio in carcere tra i detenuti e al sesto tra le guardie penitenziarie». «Questo decreto ci delude e ci indigna profondamente – ha aggiunto Serracchiani – non solo continua a non dare piena attuazione alla Cartabia, ma non fa nulla per il problema del sovraffollamento». «Hanno corso alla Camera per l’abuso d’ufficio mettendosi contro le normative internazionali e ora corrono ai ripari introducendo il reato di peculato per distrazione. Questo testo è un guscio vuoto», ha dichiarato il capogruppo in Commissione Alfredo Bazoli che ha spiegato come con le proposte di modifica del Pd intendano anche «rendere automatici criteri di riduzione della pena» e puntando a ripristinare le misure previste durante il Covid che hanno dato ottima prova di sé e che quindi «puntiamo a rendere strutturali».
Tra gli emendamenti del Pd ci sono quelli sulla liberazione anticipata, sullo sconto di pena in caso di situazioni di sovraffollamento, sull’innalzamento da 2 a quatto anni per la detenzione domiciliare, e sulle nuove assunzioni nonché su un fondo da 100 milioni per gli interventi sulle carceri. Nel pacchetto anche la riproposizione di misure sperimentate durante l’emergenza Covid, come i permessi premio e le telefonate, per alleviare lo stato di tensione in calcio. E ancora emendamenti sull’abuso d’ufficio, per “correggere” la norma introdotta dal decreto con il nuovo reato di peculato per distrazione, ma anche emendamenti che puntano ad affrontare i temi del ‘diritto all’affettività’, delle cure sanitarie, ipotizzando anche incentivi per i medici che si prendono cura dei detenuti; più attenzione per i minori; una diversa concezione delle strutture carcerarie anche da un punto di vista architettonico perché «non basta aumentare i posti letto» come dice la maggioranza ma «servono nuovi spazi».

GLI EMENDAMENTI DI FORZA ITALIA

Nella maggioranza, gli emendamenti più numerosi sono quelli proposti da Forza Italia: 9, tra cui la norma che prevede che il regime di semilibertà (che consente di uscire dal carcere e rientrare la sera per attività di lavoro o sociali) possa scattare anche per i detenuti che abbiano pene residue non superiori a quattro anni (attualmente la legge lo prevede per le pene fino a 6 mesi). Si aggiungono 6 emendamenti dei leghisti (tra cui proposte sull’esclusione della giustizia riparativa per reati gravi, sulle cure mediche dei carcerati e sull’efficienza uffici) e uno di Fratelli d’Italia sull’aumento dei reati sottratti alla giustizia riparativa.

mercoledì, 17 Luglio 2024 - 18:38
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