Nuove carceri, Nordio: «Via a commissario straordinario». E ammonisce: «No rapporto causale tra suicidi e sovraffolamento»


Un commissario straordinario «che avrà il compito di attuare in tempi brevissimi il piano nazionale di interventi per l’aumento di posti detentivi e per la realizzazione di nuovi alloggi destinati al personale della polizia penitenziaria». È la nuova figura che il Governo ha immaginato di introdurre per cercare di dare una risposta al sovraffollamento. La novità è stata annunciata dal ministro della Giustizia Carla Nordio nel corso del question time alla Camera rispondendo a un’interrogazione Pd «sulle misure in relazione alla grave situazione delle carceri, anche in relazione alle attuali condizioni climatiche». Il programma edilizio che dovrà essere supervisionato dal commissario, ha spiegato Nordio, «sarà imponente e realizzato speditamente. È un piano a medio termine se non a lungo termine». In tal modo il Governo spera di alleggerire il carico umano che grava sui penitenziari: «Questo piano – ha incalzato Nordio – sicuramente ridurrà o tenderà a ridurre il sovraffollamento».

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E, tuttavia, Nordio ha tenuto a sottolineare che quella che viene presentata come una delle maggiori cause dell’impennata dei suicidi non è collegata alla decisione dei detenuti di togliersi la vita. «Non esiste un rapporto causale diretto tra suicidi e sovraffollamento carcerario. Abbiamo esperienza di momenti di sovraffollamento in tempi passati in cui i suicidi erano ridotti. Questo non significa affatto che sottovalutiamo i due problemi, significa che vanno distinti», ha osservato il Guardasigilli. Dunque, in che modo intervenire nell’attesa che il piano edilizio si compia? Nell’immediato, secondo Nordio, per intervenire sul sovraffollamento bisogna puntare sulla «limitazione della carcerazione preventiva», occorre «lavorare per la detenzione degli stranieri nei luoghi di origine» e inoltre «detenuti e reati non sono tutti uguali, bisogna intervenire con la detenzione alternativa che, senza affievolire il concetto di certezza della pena, senza una liberazione lineare e ingiustificata che sarebbero un indebolimento della sovranità e autorevolezza dello Stato, venga però incontro ai detenuti in stato di particolare disagio».

La risposta del ministro Nordio non ha convinto il Pd, che ha replicato in modo aspro. «Siamo stanchi delle giustificazioni del ministro Nordio: i problemi delle carceri italiane vanno risolti. Il governo dice una cosa e ne fa un’altra! Ma come potete dire che ci sono detenuti in custodia preventiva che affollano i penitenziari, che da lì devono uscire e nel frattempo mandate in carcere le madri incinta e i bambini che hanno meno di un anno? Come fate a dire che alcuni detenuti vanno tirati fuori e poi aumentate i reati, inasprite le pene e mandare in carcere sempre più persone?», ha dichiarato la deputata dem Debora Serracchiani, intervenendo in replica al question time al ministro Nordio sulla condizione delle carceri in Italia.

«Il ministro dovrebbe applicare ciò che dice di aver scritto per anni nei suoi libri – ha continuato Serracchiani – perché oggi sta facendo l’esatto contrario. Qualche festa e qualche incontro di partito in meno, ma entri in carcere e veda le reali condizioni di vita e di lavoro in quei luoghi». «Non è solo un problema di contenitore e di spazi – ha concluso Serracchiani – non si tratta solo di costruire nuove carceri per cui ci vorrà tempo, voi state disapplicando le riforme Cartabia, disincentivando le misure alternative, impedendo la giustizia riparativa. Il governo ha varato un decreto che non prevede nulla per il sovraffollamento, nulla sulla liberazione anticipata semplificandone solo la procedura che si rivelerà ancora più complicata e burocratica. Propone la nomina di un commissario straordinario per il problema degli istituti di pena? E allora certifica il fallimento di chi non ha fatto nulla e continua a non fare nulla».

Intanto il prossimo 23 luglio sarà discussa alla Camera la proposta di legge Giachetti, che punta alla modifica del sistema di detrazione di pena per la liberazione anticipata dei detenuti (da 45 a 60 giorni per ogni semestre di pena scontata). La misura è anche contenuta in un emendamento allo stesso decreto carceri al Senato e non si esclude al momento che – come già annunciato per Forza Italia – possa esserci una convergenza sul provvedimento da altri partiti della maggioranza.

mercoledì, 17 Luglio 2024 - 19:22
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