Un altro suicidio in carcere, 59 morti da inizio anno. Report Garante detenuti: «Sovraffollamento con punte del 231,15%»

Carcere Poggioreale
Il carcere di Poggioreale

Non si ferma la strage nelle carceri. Ieri sera, 3 agosto, un detenuto di nazionalità marocchina e senza fissa dimora si è tolto la vita nel penitenziario di Cremona. Lo ha reso noto il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Il detenuto aveva 31 anni ed era in cella perché accusato dei reati di rapina e violenza sessuale. Con la sua morte, salgono a 59 anni i suicidi nelle carceri dall’inizio dell’anno.

Una strage sulla quale pesa – denunciano da tempo i Garanti dei detenuti, associazioni come Antigone, i penalisti e parte delle forze politica – il sovraffollamento, divenuto sempre più pressante e asfissiante come dimostrano gli ultimi dati forniti dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale nel corso di una recente audizione al Senato.

Al 31 luglio i detenuti presenti nelle 190 carceri e 17 istituti minorili (Ipm) sono 61.140, con un indice di sovraffollamento a livello nazionale del 130,06 %, ma con punte che arrivano al 231,15 % di San Vittore a causa dell’inagibilità di diverse aree di detenzione. I posti attualmente disponibili nelle carceri italiane ammontano a 46.982, rispetto alla capienza prevista di 51.269, con un divario di meno 4.262 posti: «Da un ulteriore approfondimento si evince che tale criticità è dovuta all’attuale inagibilità di diverse camere di pernottamento e in alcuni casi di intere sezioni detentive», come per esempio a San Vittore. Sono 150 (pari al 79%) gli istituti con un indice di affollamento superiore al consentito che in 50 Istituti risulta superiore al 150% . Inoltre, a riguardo, l’approfondimento su base regionale mostra una situazione disomogenea, per quanto la quasi totalità delle regioni (17) registrino un indice di affollamento superiore agli standard e solo 3 si collochino al di sotto della soglia regolamentare. Il Garante evidenzia, infatti, un’estrema differenziazione: regioni quali la Puglia (165,37%), Basilicata (150,99%), la Lombardia (151,50%), il Veneto (145,54%), il Lazio (144,05%) mostrano un «preoccupante indice di sovraffollamento, in buona parte determinato dal divario in negativo tra capienza regolamentare e posti regolarmente disponibili, e tale da dover necessariamente orientare in termini logisticamente mirati i preannunciati interventi legislativi in tema di edilizia penitenziaria».

Infatti, non viene considerata praticabile una «teorica, omogenea, distribuzione della popolazione carceraria su tutto il territorio nazionale», innanzitutto, per la primaria esigenza di salvaguardare la prossimità del collegamento tra detenuto e proprio nucleo familiare di provenienza che impedisce l’automatico trasferimento dei detenuti in regioni come la Sardegna (il cui indice di affollamento si attesta al 93,94%), il Trentino Alto Adige (94,78%), la Valle d’Aosta (81,92%). Infine, altro aspetto segnalato dal Garante riguarda il numero dei detenuti stranieri ristretti all’interno dei penitenziari italiani: attualmente sono 19.151 (pari al 31,33%), di cui 2.787 comunitari e 16.364 extracomunitari.

Il sovraffolamento, dicevamo, viene indicata come una delle cause sottese ai suicidi. «E’ ipotizzabile che all’aumentare del sovraffollamento carcerario si possa associare un incremento degli eventi critici, in particolare di quelli che, più di altri, sono espressione del disagio detentivo, quali atti di aggressione, autolesionismo, suicidi, tentativi di suicidio, omicidio, aggressioni fisiche al personale di Polizia penitenziaria e al personale amministrativo», rileva il il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Felice Maurizio D’Ettore, ricordando che dal 2016 al 2023 il numero degli eventi critici e’ aumentato del 139,5%, da 63.897 a 153.145.

Tra le diverse tipologie di eventi critici presi in esame figurano le aggressioni, gli atti coercitivi, gli atti di auto danno intenzionale, le manifestazioni di protesta collettiva e individuale: anche in questo caso si registra un forte aumento, dai 26.329 del 2016 ai 36.729 del 2023.Il report del Garante evidenzia che l’età media dei suicidi è circa 40 anni, ma il bollettino mortale conta un ultrasessantenne e sei ragazzi (18-25 anni). Nel recente focus del Garante dei detenuti emerge che circa una persona su due si è tolta la vita nei primi sei mesi di detenzione; di queste sei entro i primi 15 giorni, tre delle quali addirittura entro i primi cinque dall’ingresso. Solo circa il 38% dei morti risulta condannato in via definitiva.

Tra le situazioni più allarmanti – con più suicidi – ci sono il carcere Poggioreale a Napoli, gli istituti di Pavia e Verona e le celle di Regina Coeli a Roma.

domenica, 4 Agosto 2024 - 19:52
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