I “direttori della Giustizia” scendono in piazza contro Nordio: «Siamo declassati, il ministero non ci tutela»

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La sede del ministero della Giustizia in via Arenula

“No” alla soppressione del profilo professionale e “Sì” all’ingresso nell’area delle elevate professionalità: il neo costituito Coordinamento nazionale Direttori di Giustizia minaccia uno sciopero e annuncia per il prossimo 10 settembre una manifestazione in piazza a Roma per rivendicare il diritto a un adeguato inquadramento professionale. «Siamo una risorsa fondamentale che è stata declassata dal contratto», spiega Angela Masecchia, direttore presso la Procura Napoli Nord, scagliandosi contro il contenuto della bozza del ministero della Giustizia su “Ordinamento professionale del personale non dirigenziale dell’amministrazione giudiziaria’ dalla quale emerge la decisione di far confluire i direttori del ministero Giustizia nella famiglia professionale dei servizi amministrativo-contabili e di organizzazione dell’Area funzionari.

«I direttori del ministero della Giustizia, – fa sapere Masecchia – oltre un migliaio in tutt’Italia, sono trascurati dai sindacati e non tutelati dal ministero per il quale riteniamo di svolgere mansioni importantissime». «I contenuti professionali del direttore – sottolinea – comprendono, tra l’altro, l’elevato contenuto specialistico, le funzioni vicarie del dirigente, l’attività ispettiva, il coordinamento ovvero le medesime competenze individuate nell’Area Quarta ‘elevata professionalità’». Per questo motivo il Coordinamento ritiene invece rivendicare la elevata professionalità dei direttori: il ministero «deve intervenire per valorizzare chi contribuisce all’efficienza della macchina giudiziaria e non penalizzare l’elevata professionalità dei direttori, conformandosi, tra l’altro, all’indirizzo Ue che prevede questa figura professionale nell’area dei quadri».

E la valorizzazione per il Coordinamento può avvenire solo con «l’inquadramento dei direttori in servizio nell’Area delle Elevate professionalità, Famiglia dei direttori, con salvaguardia delle mansioni finora espletate». «Il datore di lavoro – conclude Angela Masecchia – deve tutelare anche le famiglia dei direttori: nel corso degli anni gli stessi sono stati vittime di mancati riconoscimenti, ma hanno sempre mantenuto un alto senso di responsabilità pubblica, attraverso le proprie mansioni fondamentali per il buon funzionamento dell’amministrazione giudiziaria italiana».

venerdì, 30 Agosto 2024 - 12:46
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