Sangiuliano e l’accenno di lacrime in tv per il caso Boccia, sui social spopolano i “meme” e spunta un titolo di giornale fake


I “meme” su di lui si sprecano. I social sono come impazziti di ilarità. Circolano pure “falsi articoli di giornale”, che a furia di essere condivisi sono dati per veri da chi, ignaro dell’origine posticcia, li ricondivide. È un fake, tante per dirne una, lo stralcio di un titolo attribuito a “Le Repubblica” nel quale un’amica di Boccia sostiene di essere stata coinvolta in un rapporto a tre con Gennaro Sangiuliano.

La frittata è fatta. E chissà per quanto tempo l’ironia su Sangiuliano andrà avanti. Lui, dal canto suo, sceglie (o è stato obbligato a farlo), il “salotto” del Tg1 per confessarsi e cercare di mettere un punto a vicenda che ha creato non pochi imbarazzi al Governo e a Giorgia Meloni per via del sospetto che una donna estranea all’Esecutivo possa essere in possesso di informazioni riservate sul G7 Cultura e sugli spostamenti degli importanti ospiti e che la stessa donna potesse aver viaggiato al fianco del ministro a spese dei contribuenti. Intervistato dal direttore Gian Marco Chiocci e sotto gli “occhi” di 3,2 milioni di spettatori (pari al 18.57% di share), Sangiuliano rimarca che «non sono ricattabile» perché per Maria Rosaria Boccia, imprenditrice 42enne di Pompei, «ho sempre pagato io dalla mia carta personale, che fa riferimento a un mio conto personale: non ho usato impropriamente denaro pubblico». Oppure hanno pagato sponsor e organizzatori di eventi. Per dimostrarlo, Sangiuliano esibisce documenti.

Pure sul G7 Sangiuliano prova a rasserenare gli animi, ribadendo in buona sostanza quanto già detto nei giorni scorsi: nessuna informazione sensibile è in possesso di Boccia anche alla luce del fatto che quelle informazioni non le conosce neppure Sangiuliano. E, allora, resta sul tavolo la questione personale, che il ministro della Cultura ha gestito male, malissimo in questi giorni di grande clamore. Mentre Maria Rosaria Boccia faceva rimbalzare stories su Instagram relative al suo “ingresso” nei luoghi che contano del potere romano e lanciava frecciate a Sangiuliano, lui provava a ridimensionare per non ammettere quello che poi – per fare chiarezza e cercare di chiudere questa storia – ha detto in diretta tv: «Questo rapporto è divenuta una relazione affettiva, sentimentale, di tipo personale». E lì sono cominciati i guai. Perché questa relazione è naufragata, e Maria Rosaria Boccia non l’ha presa bene, portando alla luce una serie di fatti che hanno fatto sollevare un polverone. In modo particolare Boccia ha visto sfumare a un passo dal traguardo la nomina a Consigliere del ministro per i grandi eventi. Sangiuliano sostiene di avere fatto un passo indietro su questa nomina proprio perché la loro relazione era diventata «sentimentale» e non voleva esporsi a conflitti di interessi. Poi c’era anche il fatto che «mia moglie mi diceva di interrompere qualsiasi rapporto anche lavorativo con questa persona». Boccia è stata così scaricata e Sangiuliano è finito in tv a cercare di salvare il Governo e Giorgia Meloni dall’imbarazzo e dalle grane coi potenti del mondo in vista del G7 Cultura.

A fine intervista l’abbozzo di lacrime, quasi a cercare di aprire una breccia di compassione nel telespettatore-elettore: «La prima persona a cui devo chiedere scusa è mia moglie, che è una persona eccezionale. Poi chiedo scusa a Giorgia Meloni, che mi ha dato fiducia, per l’imbarazzo che ho creato a lei e al Governo. Chiedo scusa ai miei collaboratori che pur non avendo fatto niente si sono trovati investiti da questa vicenda. Questa è una vicenda fastidiosa, mi rendo conto, ma è una vicenda di gossip». Una vicenda che finirà con l’indebolire l’autorevolezza di Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura. Lo sa lui, che ha pure fatto la mossa di rassegnare le dimissioni. Ma deve restare al suo posto.

E ora gli toccherà riferire in Parlamento. Come giusto che sia. E come ovviamente chiedono le opposizioni, che hanno criticato non poco la scelta di Sangiuliano di “esibirsi” in tv, trasformando il Tg1 in un salotto di gossip. «Quindici minuti su Rai1 per un imbarazzante monologo. Siamo all’uso privato della TV pubblica con tanto di lacrime per coprire evidenti responsabilità politiche. Che vergogna», ha scritto sui social, ieri sera, il deputato del Pd Marco Sarracino. «In un Paese civile un Ministro riferisce in parlamento, non al Tg1», ha evidenziato il leader di Italia viva Matteo Renzi. Più duro il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama, componente della commissione di Vigilanza Rai: «15 minuti di intervista, fatta direttamente dal direttore Gian Marco Chiocci, tra il film di serie B e la commedia del ridicolo. Un uso privatistico del servizio pubblico, e una spregiudicata operazione comunicativa per far passare la tesi dell’amante tradita e offesa. Non lo scandalo di un esponente governativo che si porta dietro, tra riunioni riservate e incontri in giro per l’Italia, la sua amante. Per nascondere le colpe gravi di cui è accusato il ministro, è andata in onda sul Tg di maggior ascolto della Rai una sceneggiata degna di una telenovela brasiliana con pause ad effetto, lacrime e testa bassa. La Rai è sempre più TeleMeloni».

giovedì, 5 Settembre 2024 - 14:39
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