La Russia alza la tensione: giornalista e operatore Rai nella lista dei ricercati, nell’elenco anche giornalisti di altri paesi

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La giornalista Rai Stefania Battistini

La questione è delicata e grave. La Russia ha dichiarato persona ricercata l’inviata della Rai Stefania Battistini e l’operatore Rai Simone Traini, accusati di essere entrati illegalmente sul territorio nazionale al seguito delle truppe d’invasione ucraine nella regione di Kursk. Non sono i soli. Nella lista dei ricercati figurano altri inviati stranieri: Simon Connolly di Deutsche Welle, Nick Walsh della Cnn e le giornaliste ucraine Natalia Nagornaya, Diana Butsko e Olesya Borovik. I giornalisti e l’operatore rischiano molto: per l’ingresso illegale in Russia è prevista una pena fino a cinque anni di reclusione. Battistini e Traini sono stati inseriti nella lista delle persone ricercate da parte del ministero degli Interni russo (Mvd) per aver attraversato illegalmente il confine russo nella regione di Kursk mentre stavano seguendo le truppe ucraine che erano entrare in territorio russo.

Il 14 agosto scorso il Tg1 aveva mandato in onda un servizio firmato da Stefania Battistini e dall’operatore Simone Traini. A seguito di quanto accaduto, il 16 agosto il ministero degli Esteri russo ha convocato la neo nominata ambasciatrice d’Italia in Russia, Cecilia Piccioni. Il 17 agosto nei confronti di Battistini e Traini è stato avviato un procedimento penale ai sensi della parte 3 dell’articolo 322 del codice penale della Federazione Russa (attraversamento illegale del confine di stato della Russia). Lo stesso giorno giornalista e operatore sono stati richiamati in Italia per decisione dei vertici della Rai. Inoltre, Battistini ha intervistato Ilya Ponomarev, uno dei fondatori del gruppo neonazista ‘Russian Freedom Legion’.

La notizia ha infiammato le proteste in Italia e costretto a una repentina mobilitazione il Governo italiano. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto di aver fatto convocare alla Farnesina l’ambasciatore russo in Italia per manifestare «sorpresa» per questa che ha definito una «singolare decisione». Una decisione che crea tensioni diplomatiche tra l’Italia e la Russia.

La Rai ha subito fatto sentire la sua voce: «La decisione del Ministero degli Interni russo di inserire nell’elenco delle persone ricercate la giornalista della Rai Stefania Battistini e il suo operatore Simone Traini per il reportage nell’oblast di Kursk rappresenta un atto di violazione della libertà d’informazione. La giornalista e l’operatore hanno svolto in modo esemplare e obiettivo il proprio lavoro di testimoni degli eventi. La Rai continua a svolgere il proprio ruolo di Servizio pubblico anche grazie alla coraggiosa attività dei propri giornalisti e inviati e si riserva di operare in ogni sede per denunciare la decisione del governo russo a difesa della libera informazione e a tutela della propria giornalista e dell’operatore».

Protesta anche la Federazione nazionale della stampa. «Il giornalismo non è un crimine. La posizione della Russia non è né democratica né contemporanea. Ricorda invece tempi bui di un passato che ritorna e che vede nell’informazione libera un nemico da combattere e annientare», ha affermato Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi. «Bene ha fatto il ministro Tajani – ha aggiunto Costante – a convocare l’ambasciatore russo, ma ancora meglio sarebbe stato se lo avesse fatto prima, quando venne diffusa la notizia di Stefania Battistini e Simone Traini indagati in Russia per essere entrati nel territorio nazionale insieme alle truppe ucraine». Per Costante, «intimidazioni e pressioni, anche violente come questa, non spegneranno certo il faro che i media italiani hanno acceso sulla guerra che si sta consumando alle porte dell’Europa».
Dal mondo della politica, tutti hanno espresso contrarietà rispetto alla decisione della Russia.

giovedì, 12 Settembre 2024 - 21:40
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