Anziani legati al letto in ospedale a Napoli, Ordine medici avverte: «Non gettateci la croce addosso». Interrogazione del M5s

Ospedale san Paolo
L'ospedale San Paolo di Napoli

Il Movimento 5 stelle ha presentato una interrogazione alla giunta regionale, mentre l’Ordine dei medici di Napoli invita alla prudenza. Sul caso dei due anziani con le braccia legate alle sponde del letto nel reparto di Neurologia dell’ospedale San Paolo di Napoli, i riflettori restano accesi. «La giunta regionale deve spiegarci cosa è accaduto realmente e cosa prevedono i protocolli di prevenzione. Com’è possibile che nessuno sapesse? È necessario individuare le responsabilità ma le verifiche dei vertici a fatto già accaduto non sono sufficienti. Bisogna prevedere un’attività di prevenzione e monitoraggio costante», ha affermato il consigliere regionale campano del Movimento 5 Stelle Gennaro Saiello.

«Questo caso purtroppo rappresenta pienamente lo stato in cui versa la sanità nella nostra regione. Il rapporto Svimez – ha aggiunto Saiello – evidenzia che la Campania è tra le regioni con i peggiori indicatori sanitari in Italia. L’aspettativa di vita è inferiore alla media nazionale e il tasso di mortalità per cause evitabili è il più alto. Inoltre, tra il 2017 e il 2021 ben 17.650 campani si sono spostati in strutture ospedaliere di altre regioni per ricevere cure. Una task force negli ospedali campani a tutela dei pazienti sarebbe un importante punto di partenza per uscire dal baratro in cui siamo sprofondati». 
Invitano, invece, alla prudenza il presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli Bruno Zuccarelli, e la presidente dell’Ordine delle professioni Infermieristiche, Teresa Rea: «Ci sono casi nei quali, purtroppo, è essenziale contenere i pazienti per garantire la loro stessa salute. Ciò non significa che non possano essere stati commessi errori o anche omissioni, ma a giudicarlo sarà chi ha il compito di farlo. L’Asl ha prontamente avviato un’indagine interna e giungere a conclusioni ancor prima di aver completato l’accertamento dei fatti non è il modo corretto di procedere. Gettare la croce addosso a medici e infermieri sin da subito potrà solo esacerbare gli animi e creare il presupposto per nuove aggressioni», hanno affermato Zuccarelli e Rea.

«Più pericolosa di una bugia è una “quasi verità”: una versione della verità che presa nella prospettiva in cui viene proposta appare inoppugnabile. È evidente che scomporre la realtà in “bene” e “male” è un modo da sempre usato per rendere semplice la comprensione di ciò è invece è molto complesso, ma il mondo e le faccende umane non possono essere ridotte in bianco o nero, bene e male, giusto e sbagliato. Farlo significa proporre una narrazione distorta ed è molto pericoloso, soprattutto in una sanità che vive il suo momento più difficile», hanno aggiunto. Zuccarelli e Rea sottolineano che sarebbe giusto evitare processi mediatici. «Bisogna aspettare che la verità emerga nella sua piena complessità prima di giudicare, prima di gettare la croce addosso a qualcuno senza alcuna certezza. Farlo – proseguono Zuccarelli e Rea – significa invece metterci un bersaglio dietro la schiena. Tanto vale dire a chi ha l’abitudine di alzare le mani contro medici e infermieri: “accomodatevi, pestateli! Siete autorizzati, perché questi sono quelli che legano i pazienti ai letti». «Scandali, polemiche, accuse: sono il pane quotidiano di chi si nutre della rabbia e del giudicare l’altro. E noi, di fronte a questa dinamica, dovremmo chiederci: a chi giova tutto questo?» I due presidenti ricordano come il tema della contenzione dei pazienti sia delicato, molto doloroso, e proprio per questo non possa essere banalizzato

domenica, 15 Settembre 2024 - 17:53
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