La gravidanza, il controllo del cellulare e l’accordo di riservatezza: Sangiuliano da ai pm le chat del pressing di Boccia

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Al G7 Cultura, in corso a Napoli, rimbalzano potenti le chat private tra Gennaro Sangiuliano e l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia. Rimbalzano fatti e retroscena di una storia che per settimane ha gettato ombre sullo stesso G7, facendo temere la possibile fuga di notizie su aspetti riservati dell’organizzazione dell’evento – almeno in relazione alla tappa di Pompei – e mettendo per questo in imbarazzo, internazionale, il Governo Meloni. È il quotidiano “La Verità” a mettere in piazza le conversazioni tra l’allora ministro Sangiuliano e la sua amante, conversazioni contenute nell’esposto di Sangiuliano depositato ieri in procura a Roma.

C’è lei, quando è ormai agosto e la relazione sembra giunta al capolinea, che lascia intendere al ministro di essere incinta. E c’è ancora lei che spinge per indurre Sangiuliano a firmare, firmare una sorta di accordo di riservatezza sulla loro storia. La questione appare poco chiara persino a Sangiuliano che da un lato le assicura di non doversi preoccupare, che lui non la disturberà mai più ma dall’altro lato rifiuta categoricamente di firmare qualsiasi cosa in merito. E poi, andando un po’ più a ritroso, c’è lei che accusa Sangiuliano di non essersi speso abbastanza per lei. L’allora ministro replica: «Ho fatto delle cose che non avrei mai fatto».

E poi ancora altre conversazioni sulla tensione ormai scoppiata tra i due, al punto che lei – durante una lite – aggredisce fisicamente Sangiuliano provocandogli il vistoso graffio sulla testa che il ministro aveva quando nel salotto del Tg1 ha “confessato” la tresca e si è difeso dai sospetti di avere sperperato denaro pubblico per Maria Rosaria Boccia. Tutti fatti che potrebbero essere archiviati al gossip ma che gossip adesso non sono più: Sangiuliano ha denunciato Boccia per tentata estorsione, legando il pressing della donna alla sua funzione di ministro. E poi c’è un altro aspetto che potrebbe aiutare a leggere la sicurezza con la quale Boccia in più occasioni ha sostenuto di essere a conoscenza di fatti riservati della politica. Nella denuncia si fa riferimento alle pressioni esercitate dalla Boccia affinché Sangiuliano le facesse controllare il suo telefono, pena, in caso di rifiuto, l’inoculazione del Trojan. Spetterà adesso alla magistratura fare chiarezza su questo intrigo che ha fatto capitolare Sangiuliano.

venerdì, 20 Settembre 2024 - 12:54
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