Neonati sepolti in giardino, i pm: «Chiara cercava su web quanto puzza un cadavere e come nascondere gravidanza»

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«Dopo quanto puzza un cadavere». Davanti a una tastiera e a un pc, Chiara Petrolini interrogava con queste parole i motori di ricerca. E poi chiedeva «come fare sesso senza che si sappia della gravidanza, su come indurre il parto, sul travaglio meno doloroso possibile, varie le ricerche sull’aborto». Visualizzato anche un video su come si decompone un corpo, nel febbraio 2024. È questo il volto scuro della 22enne di Taversetolo, comune in provincia di Parma, agli arresti domiciliari da stamattina con l’accusa di avere ucciso uno dei due neonati che per nove mesi – in due distinte occasioni – ha portato in grembo e partorito.

In una conferenza stampa convocata per fare il punto sull’orrore emerso in questo ultimo mese, il procuratore di Parma Alfonso D’Avino s’è concentrato su quelle ricerche che con lucida freddezza venivano condotte da Chiara. A dimostrazione del fatto che la giovane abbia avuto chiaro sin da subito, sin da quando è rimasta incinta la prima volta, cosa volete fare. E poi c’è la visualizzazione del divide su come si decompone il corpo, avvenuta nel febbraio 2024, fino alla ricerca, fatta alle 7 del mattino dopo il parto, avvenuto intorno alle 3, su dopo quanto tempo puzza un cadavere. «Queste lasciano perplessi», ha detto D’Avino. E la perplessità farà spazio a una perizia psischiatrica. «Ci sarà la possibilità di fare qualche accertamento sulla personalità della ragazza, perché vi sono dei comportamenti che giudicati da un punto di vista normale sembrano uscire fuori dai canoni della normalità, perché scegliere non per una ma per due volte una gravidanza in assoluta solitudine, salvo poi far seguire al seppellimento del bambino, in tutti e due i casi, una ripresa della vita apparentemente normale, come andare dall’estetista o girando per bar e locali, pure questo induce a qualche riflessione», ha detto il procuratore. Già, Chiara non s’è mai fatto scrupolo della morte dei suoi bambini. Morti, sulle quali, i medici stanno scrivendo dinamiche e circostanze.

L’ultima volta Chiara ha partorito lo scorso 7 agosto, era la sua seconda gravidanza. Il piccolo era nato vivo, in quanto aveva respirato, ma – secondo quanto stabilito dall’autopsia, sarebbe morto per uno «shock emorragico da recisione del cordone ombelicale, in assenza di una adeguata costrizione meccanica dei vasi ombelicali», ossia di una sutura. «La morte era dovuta ad uno shock emorragico da recisione del cordone ombelicale, in assenza di una adeguata costrizione meccanica dei vasi ombelicali, dal momento che il taglio del cordone ombelicale con mancata occlusione meccanica delle sue due arterie e della sua vena (vaso di grande portata ematica), ha determinato un profuso sanguinamento con anemizzazione repentina e decesso del neonato», è stato spiegato in conferenza. Il neonato, dunque, è morto perché il taglio del cordone ombelicale è avvenuto in modo sbagliato e in assenza di assistenza medica. Questo gli ha procurato una forte emorragia che ne ha causato il decesso. Il parto sarebbe avvenuto la notte tra il 6 e il 7 agosto nella taverna sottostante la villetta dove Chiara vive con la famiglia. Il cordone ombelicale del bambino, la 21enne ha detto di averlo tagliato con un paio di forbici trovate nella taverna. Il corpo del neonato è stato trovato il 9 agosto e da lì ha preso il via l’indagine che ha portato al rinvenimento del cadavere di un altro neonato, il primogenito di Chiara, venuto alla luce il 12 maggio 2023. La vicenda di questo precedente bambino era stata inizialmente negata dalla 22enne, che poi in un successivo interrogatorio l’ha però ammessa e ha spiegato di aver partorito da sola in bagno e di essersi disfatta della placenta buttandola nel water (e seppellito il bambino in giardino). «È difficile trovare movente in una scelta del genere: ciò che ci lascia pensare è che, se si fosse trattato di un ‘errore’ e quindi non so come si partorisce, taglio il cordone e mi viene male, come faccio a ripetere a distanza di poco meno di un anno lo stesso percorso?», ha detto D’Avino.

L’altro aspetto inquietante e incomprensibile della storia è che nessuno sapesse. Chiara sostiene di avere fatto tutto da sola. Ma si fa fatica a ritenere possibile che nessuno si sia accorta che fosse incinta. Eppure i dati raccolti sembrano questi. Neanche il fidanzato, padre biologico dei due bambini, aveva mai sospettato alcunché. Eppure, la sera dopo il secondo parto, ha dormito con Chiara. «Questa cosa lascia perplessi. Lei e il fidanzato si sono visti dopo, in caserma. Dopo che lui ha preso atto di quanto avvenuto al figlio, i rapporti si sono chiusi – ha detto il procuratore Alfoso D’Avino in conferenza stampa -. Lei avrebbe detto di aver timore del giudizio del suo fidanzato”, a cui, secondo gli inquirenti, nascose entrambe le gravidanze. «I rapporti sessuali tra loro sono sempre stati consenzienti», ha precisato D’Avino.

venerdì, 20 Settembre 2024 - 15:59
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