La truffa viaggia via Pec, l’ultimo alert della Polizia: occhio a solleciti di pagamento, i consigli utili per difendersi


Le truffe viaggiano anche via Pec. Sì, la Posta elettronica certificata, quella che dovrebbe far trasmettere documenti elettronici in totale sicurezza e con valore legale. A mettere in allerta gli utenti è la Polizia di Stato, che sul suo sito, nelle scorse settimane, ha avvisato che si sta diffondendo «un particolare sistema di truffa online». Per rendere le comunicazioni più credibili i truffatori hanno escogitato un nuovo metodo: tramite l’utilizzo di un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) comunicano a ignari utenti un mancato pagamento, o un servizio in scadenza, o, ancora, la sottoscrizione di un contratto.

Il destinatario della mail è indotto a credere alla legittimità della comunicazione in virtù della veste ufficiale che questa ricopre. E purtroppo c’è già chi è caduto nella trappola: «Il metodo subdolamente ufficiale ha indotto molte persone destinatarie di questi falsi solleciti di pagamento a eseguire versamenti bancari. Il rischio paventato, se non si fosse proceduto entro pochi giorni, era quello di incorrere in più pesanti sanzioni o multe», rende noto la Polizia.

Come proteggersi dagli attacchi? Soprattutto come distinguere le Pec truffa e non incorrere nell’errore opposto, ossia quello di ignorare una vera Pec per il timore che si tratti di una truffa? «Per proteggersi da questi attacchi bisogna tenere alta l’attenzione sulle comunicazioni inattese, sulle strane richieste di password, codici di carte di credito o dati sensibili – spiega la Polizia -. Molto spesso poi questi tentativi di truffa hanno un denominatore comune: la fretta di agire per non incorrere in sanzioni peggiori. Analizzare l’intestazione della mail è un buon metodo per capire la veridicità del mittente, e, in ogni caso, è sempre bene fare una telefonata alla società che richiede il falso pagamento per verificarne l’attendibilità».

sabato, 5 Ottobre 2024 - 22:30
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