Crisi auto, i sindacati: «In Campania rischio dramma occupazionale. Governo intervenga, Regione assente»

foto cgil sciopero nazionale

Il settore dell’automotive sta vivendo una crisi preoccupante e in Campania, dove «quello dell’auto rappresenta il settore più grande dal punto di vista dell’industria metalmeccanica», si rischia «un dramma occupazionale importantissimo». In occasione della conferenza stampa tenutasi questa mattina a Napoli per illustrare le ragioni dello sciopero unitario Fim-Fiom-Uilm, in programma per venerdì 18 ottobre con manifestazione nazionale a Roma in piazza del Popolo, Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, e Massimiliano Guglielmi, il segretario generale Fiom Cgil Campania, hanno lanciato l’allarme sul futuro nero del settore nella regione, puntando l’indice contro le scelte di Stellantis, e chiamando in causa Palazzo Chigi e la Regione Campania affinché intervengono sul piano industriale. «La situazione è drammatica, il nostro Paese sta ingranando la retromarcia per quanto riguarda il settore automotive», ha affermato Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil.

«C’è una responsabilità precisa di Stellantis, l’amministratore delegato ha fallito gli obiettivi industriali e occupazionali, sono usciti in 10 anni 14mila lavoratori e rischiamo di perderne altre migliaia nei prossimi mesi – ha detto De Palma -. È per questo che chiediamo alla Presidente del Consiglio che siano convocati il presidente di Stellantis, John Elkann e l’amministratore delegato, Carlos Tavares a Palazzo Chigi per arrivare ad un accordo sul futuro degli stabilimenti italiani del gruppo e dell’automotive nel nostro Paese». «È il momento – ha concluso De Palma – di cambiare marcia, soprattutto in Campania, dove la Regione, che ad oggi purtroppo è stata assente, deve iniziare a fare la sua parte. Riteniamo che la componentistica sia il centro dello sviluppo dell’industria dell’automotive, in particolare nel Mezzogiorno. Invece, per effetto del calo dei volumi produttivi di Stellantis e di altre case automobilistiche in Europa, corriamo il rischio di avere effetti negativi in termini di tenuta dei livelli produttivi e occupazionali».

«In Campania – ha detto il segretario generale Fiom Cgil Campania, Massimiliano Guglielmi – il settore dell’auto rappresenta ancora oggi la fetta più grande dell’industria metalmeccanica. Solo tra Pomigliano e Pratola Serra abbiamo oggi oltre 5.700 lavoratori impiegati. Nel frattempo, anche per effetto degli accordi di incentivo all’esodo, abbiamo perso quasi 600 lavoratrici e lavoratori. Quindi è evidente che il settore dell’auto rappresenta l’industria principe di questa regione. Del resto noi, storicamente, abbiamo sempre lavorato in questa regione per produrre auto. Le scelte di Stellantis, che indeboliscono gli stabilimenti, sono scelte gravi e quindi per quanto ci riguarda il 18 ottobre saremo presenti massicciamente allo sciopero generale». «Dalla Campania – ha aggiunto Guglielmi – contiamo di portare oltre 5mila lavoratori e lavoratrici degli stabilimenti diretti e dell’indotto, che è distribuito su tutta la regione: per ogni addetto diretto di Stellantis ci sono almeno tre lavoratori nell’indotto. Se non ci dovesse intervenire un cambio di passo, se non ci sarà un’inversione a partire dal piano industriale di Stellantis, – ha concluso – il dramma occupazionale in questa regione sarà importantissimo».

«Quanto sta accadendo, soprattutto in Stellantis – secondo il segretario generale Fiom Cgil Napoli, Mauro Cristiani – è la prova che forse il famoso referendum di Marchionne fu un errore. Il problema oggi è che senza una politica industriale nel settore dell’auto si continuerà navigare a vista anche per colpa di quell’errore». «Dalla provincia di Napoli – ha detto Cristiani – ci sarà una presenza massiccia alla manifestazione di Roma. Ad oggi, siamo già a dodici bus che, nei prossimi giorni sicuramente aumenteranno. Perché è evidente che quello che in questi anni è mancato è un rapporto con il sindacato e soprattutto un piano industriale. Chiediamo una convocazione dell’ad Tavares insieme ai sindacati, al Governo, al ministro Urso e alla Presidente del Consiglio, Meloni perché – ha concluso – senza il settore dell’auto, la Campania avrà grosse ripercussioni sia occupazionali che di prospettiva futura».

lunedì, 14 Ottobre 2024 - 21:13
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