Legge bavaglio, in Commissione Senato ok a misure più rigide: inasprimento sanzioni ed estensione divieto pubblicazione


Rafforzare la “legge bavaglio”, quella che di fatto riduce quasi al silenzio la cronaca giudiziaria sventolando la mannaia di pesanti sanzioni e obbliga i cronisti all’approssimazione narrativa: nelle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, la maggioranza ha presentato due pareri allo schema di decreto legislativo che contengono tre punti precisi, ossia estendere il divieto di pubblicazione integrale delle ordinanze di custodia cautelare a «tutte le misure cautelari personali» (quindi non solo a quelle di custodia in carcere e ai domiciliari, come inizialmente stabilito); inasprire le sanzioni nei confronti di chi contravvenga a tale divieto, a cominciare dai giornalisti; individuare «profili sanzionatori nuovi» anche nei confronti delle testate giornalistiche, cioè delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica.

«Il complessivo sistema sanzionatorio andrebbe comunque ripensato di modo da conferire effettività al divieto – viene sottolineato – e costituire un ragionevole argine alla sistematica violazione del medesimo», partendo dal presupposto che «l’attuale sanzione che presidia la violazione del divieto di pubblicazione», l’articolo 684 del codice penale (che si risolve nella possibilità di estinguere il reato attraverso l’oblazione con il versamento di una somma irrisoria) o «l’illecito disciplinare» viene «raramente perseguito». Nello specifico il parere sull’estensione del divieto di pubblicazione a tutte le ordinanze e sull’inasprimento delle sanzioni ai giornalisti è stato redatto dal senatore Sergio Rastrelli. Questo parere è stato approvato anche grazie al voto di Ivan Scalfarotto di Italia viva, che ha votato allineato al centrodestra.

Il parere depositato alla Camera dal deputato di Fdi Andrea Pellicini non è stato ancora votato, si dovranno attendere altre 24 ore. Un inciso: i due pareri vincoleranno il Governo trattandosi di uno schema di decreto legislativo.

Il clima, ad ogni modo, si è surriscaldato. Dopo il voto in Commissione Giustizia al Senato, il Partito democratico ha alzato la voce: «Altro che presunzione di innocenza e difesa della privacy: qui c’è la volontà di governo e questa destra di assestare un colpo alla libertà di informazione, impedendo il lavoro dei giornalisti, sanzionando gli stessi e gli editori. Altro che garantismo: qui c’è solo un fastidio e un attacco ad ogni forma di controllo e di contropotere democratici tipici dei sistemi liberali», hanno scritto in una nota i membri Pd della Conmissione Giustizia del Senato Alfredo Bazoli, Franco Mirabelli, Anna Rossomando e Walter Verini.

martedì, 15 Ottobre 2024 - 23:27
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