Sottolinea che «la mia stella polare è la Carta costituzionale», «una bellissima norma» che «i magistrati italiani sono fortunati ad averla» e che, essendo «rigida», «siamo tenuti a rispettare uguaglianza efficacia, ragionevolezza presunzione di innocenza». Ed è solo alla Costituzione, e quindi alla legge, che – dice Policastro – devono dare conto i magistrati, entrando con questa considerazione nello scontro in atto tra magistratura e politica.
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Nel giorno del suo insediamento alla guida della procura generale di Napoli, posto rimasto vacante dal luglio 2023 con il pensionamento di Luigi Riello (e occupato da interim dal facente funzioni Antonio Gialanella), il magistrato Aldo Policastro (storico esponente di Magistratura democratica, la corrente delle toghe più a sinistra) non si esime dal fare considerazioni su questi giorni roventi di scontro tra politici al Governo e magistratura, prima per il “caso processuale” Open Arms (alle battute conclusive) che vede Salvini imputato; poi per la questione del campo migranti in Albania; e infine per la email del Marco Patarnello, 62anni, toga aderente a Magistratura democratica e sostituto procuratore generale della Cassazione, che definisce «Meloni molto più pericolosa di Berlusconi». Il primo atto d’accusa ai politici, Policastro, lo rivolge nel suo discorso di insediamento, quando afferma che c’è una «campagna per colpire tutta la magistratura e il potere giudiziario». «Se qualcuno in questo Paese pensa che indebolire il potere giudiziario sia una cosa buona per la democrazia credo che si sbagli, e se ne accorgerà – incalza -. I magistrati sapranno resistere non volendo rinunciare al loro dovere: garantire a tutti la giustizia guardando a quell’articolo 3 che è il faro di tutta la giurisdizione. Siamo consapevoli del fatto che la nostra autonomia e indipendenza sono messe continuamente a repentaglio ma siamo soggetti solo alla legge, disobbedienti a tutto ciò che legge non è».
Poi, incontrando i giornalisti e rispondendo a domande mirate dei giornalisti sul clima surriscaldato delle ultime settimane, aggiunge: «Ci sono attacchi, ci sono polemiche, di cui leggiamo tutti i giorni, a mio parere ingiustificate. La Costituzione ci impone di applicare la legge e siamo soggetti solo alla legge. Alti poteri non possiamo ascoltarli». Ancora: «I provvedimenti del giudice e dei pm possono essere criticati, discussi, ma i limiti vanno rispettati. Il potere giudiziario, che è un servizio ma anche un potere, che va distinto dall’esecutivo e dal legislativo, ha una sua indipendenza a cui noi non vogliamo rinunciare». E «chi non è d’accordo può impugnare la decisione, può anche criticare il provvedimento», osserva in riferimento alla decisione dei giudici della sezione immigrazione di Roma di non convalidare il trattenimento dei 12 richiedenti asilo provenienti da Egitto e Bangladesh, soccorsi nella notte del 13 ottobre dalla Guardia di finanza nelle acque internazionali della zona Sar italiana e trasferiti a bordo della nave Libra della Marina Militare fino al porto di Shengjin e dal lì al centro di detenzione di Gjader, in Albania. Parole, quelle di Policastro, che suscitano il commento piccato del presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri: «Oggi dalla magistratura abbiamo due tipi di reazioni. Una saggia e responsabile della componente Magistratura Indipendente, che parla del necessario rispetto delle toghe nei confronti del governo. Parole che abbiamo apprezzato. Di contro, invece, il Procuratore generale di Napoli, Policastro, si abbandona a ulteriori polemiche, difendendo l’indifendibile, peraltro alla presenza del Procuratore nazionale Antimafia, Melillo. Un episodio sconcertante che non ci lascia sereni per la gestione della giustizia nel nostro Paese».
Nella presentazione di Policastro c’è spazio anche per altri temi caldi della Giustizia. A cominciare dalle carceri, «luoghi – dice – dove lo spaccio sta dilagando, ma che rappresentano anche una umanità dolente». Poi aggiunge che bisogna fare di più affinché venga rispettata l’«umanità della pena». Poi parla di un «diritto penale ipertrofico e diseguale», evidenziando che il processo penale «non è uno spettacolo» e che «le indagini devono essere doverosamente svolte seguendo i fatti e non i fenomeni». Non è mancata una critica alla bulimia legislativa: «Le riforme si vanno rincorrendo e non sappiamo quali rincorrere. Ci sono tanti procuratori che sanno che queste riforme legislative ci stanno affliggendo, non sappiamo quale norma va applicata e mentre il giudice ci arriva dopo una sedimentazione, gli uffici di procura hanno il primo impatto. Questo rende sempre più difficile assicurare giustizia, che è il compito che ci è stato affidato». E, ancora: «Siamo di fronte a un diritto penale ipertrofico e diseguale».
Quindi Policastro rivolge diversi ringraziamenti, anche quelli a Padre Alex Zanotelli e don Luigi Ciotti, presenti in sala, così come al compianto procuratore aggiunto Filippo Beatrice e all’avvocato Vittorio Della Pietra, scomparsi di recente. «Mai rinuncerò alla tutela degli ultimi», sottolinea Policastro, ricordando che il territorio di giurisdizione «non è solo Napoli, ma anche Avellino, Benevento e Caserta». In particolare «sul litorale di Castel Volturno si gioca il futuro della provincia di Caserta e della Campania. Il litorale va difeso da reati ambientali».
Originario di San Cipriano d’Aversa nel Casertano, Aldo Policastro ha lavorato a Napoli per anni come pm della Dda: ha coordinato indagini anche sui Giuliano e sulle cosche dell’area vesuviana. «Oggi è un bel giorno per la giustizia napoletana. Aldo Policastro è un magistrato che conosce profondamente i problemi di questa terra, di questo Palazzo di Giustizia, della giustizia napoletana», dice il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo presente alla cerimonia di insediamento di Policastro. Parole di apprezzamento per il nuovo procuratore generale arrivano anche dalla presidente della Corte d’Appello Maria Rosaria Covelli: «Sono molto lieta di accogliere nella famiglia della Corte d’Appello di Napoli Aldo Policastro quale procuratore generale, figura di estrema importanza per il funzionamento del sistema giustizia e per l’intera comunità».
«Policastro – aggiunge Covelli – gode di altissima considerazione tra colleghi e collaboratori. Tale reputazione dipinge alla perfezione la portata della sua esperienza e della sua grande capacita’ organizzativa, che sarà fondamentale in questo momento di grandissimo impegno in un Distretto tra i più complessi e sicuramente con le maggiori istanze nel penale e nel civile e il maggior numero di processi di criminalità organizzata, ma anche con un imponente fronte giudiziario, istituzionale e sociale di contrasto alla criminalità, di attenzione alle giovani generazioni e agli ultimi. Si tratta di un lavoro non solo individuale ma che coinvolge magistrati, avvocati, personale amministrativo, forze dell’ordine, istituzioni. Una rete che è essenziale per una giustizia davvero tempestiva, di effettiva tutela dei diritti, equa e accessibile a tutti». Immancabile un ringraziamento al procuratore generale facente funzioni Antonio Gialanella, che ha guidato ad interim la procura generale dopo il pensionamento di Riello: «È un magistrato dalle numerose esperienze sia come pubblico ministero che come giudice, che gli hanno consentito una visione globale del processo». Gialanella ha ricordato che durante il suo mandato «la procura generale si è mostrata capace di affrontare la gravità dei suoi compiti ed è stata modernizzata e ristrutturata».
lunedì, 21 Ottobre 2024 - 21:33
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