Durante la rapina, uno dei malviventi ha lasciato cadere un guanto in lattice indossato per evitare di lasciare tracce. E così che la polizia è riuscita a idenficare e ad arrestare uno dei reponsabili del raid che il 19 settembre dello scorso anno si è consumato all’interno del bar-tabacchi “Moa Café” in via Repubbliche marinare nel quartiere di Barra, periferia est di Napoli.
L’indagato è stato raggiunto di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, spiccata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della procura. La rapina fu immortalata dalle telecamere installate all’interno e all’esterno dell’attività commerciale. I video ripresero l’arrivo in scooter dei malviventi, travisati, il loro ingresso – con pistole in pugno – nel locale. Ripresero i clienti e i dipendenti immobilizzati sotto la minaccia delle armi e poi la razzìa di soldi contanti e valori in tabacchi per un ammontare di circa 25 mila euro.
Otto interminabili minuti di terrore che spinsero il titolare dell’attività, l’imprenditore Gianni Forte, a organizzare – nei mesi successivi – una marcia della legalità per richiamare l’attenzione delle istituzioni sul quartiere e invocare controlli e sicurezza.
Nel frattempo la polizia ha lavorato sul caso, partendo proprio da quel guanto in lattice rinvenuto sulla scena del crimine. Le analisi condottote nel laboratorio di Polizia scientifica 1hanno permesso di estrarre dal reperto il profilo Dna della persona che risultava già gravato da numerosi precedenti penali e di polizia per reati contro il patrimonio, specificamente rapina», si legge nel comunicato.
«La notizia dell’arresto di uno dei rapinatori che il 19 settembre saccheggiò la mia attività deve dare fiducia a commercianti e imprenditori del territorio che si ritrovano in bali’a della criminalità. Sul fronte della repressione, l’impegno delle forze dell’ordine e della procura da i suoi frutti. Ringrazio in particolare la polizia che sta lavorando con tenacia per identificare tutti i responsabili di quella interminabile e brutta rapina», ha commentato Gianni Forte. «È però necessario, soprattuto in questo territorio che paga un lungo isolamento istituzionale e un’assordante indifferenza, che all’azione repressiva si affianchi una incisiva e permanente azione di prevenzione. Solo così – ha sottolineato Gianni Forte – sarà possibile iniettare fiducia in questa terra, e far si’ che il senso di abbandono di chi vive in questo lembo di terra e in generale nelle ‘zone di non volo’, la cronica rassegnazione e la paura di denunciare si trasformino nel coraggio di ribellarsi e di lottare per una condizione di vita migliore».
mercoledì, 30 Ottobre 2024 - 12:03
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