Un altro ragazzo morto ammazzato. Un altro ragazzo ucciso non si sa perché, ucciso probabilmente dalla mano di un minorenne. A San Sebastiano al Vesuvio, comune in provincia di Napoli, si è consumata una nuova assurda storia di violenza. Santo Romano, 19 anni e portiere nella squadra Micri di Pomigliano d’Arco che in estate è stata promossa in eccellenza, è stata fulminato da un proiettile in pieno petto. Un proiettile che pare non fosse neanche destinato a lui, ma che è stato esploso da un ragazzino, pare un 17enne, che ha fatto tutto in pochi secondi. E l’ha fatto in una piazza simbolo di San Sebastiano: Santo Romano si trovava in compagnia di amici in piazza Raffaele Capasso, laddove sorgono il Comune e il “totem della pace” di Mario Molinari, quando una minicar ha fatto capolino, s’è fermata, un ragazzino è sceso e ha aperto il fuoco a bruciapelo. Poi scappato, mentre Santino, come lo chiamavano gli amici, è stramazzato al suolo e gli amici hanno cominciato a gridare. Per lui, ruolo da portiere e tanti sogni in tasca, non c’è stato niente da fare. Più fortunato un suo amico e compagno di squadra di 17 anni: è rimasto ferito ma a un gomito.
«Diciannove anni, una vita davanti e il numero 1 sulla schiena. Tutto cancellato nel modo più atroce», ha commentato Raffaele Bene, sindaco del Comune di Casoria dove Santo Romano abitava. «Mettere ogni energia nella lotta alla violenza giovanile è l’unico modo che abbiamo per onorare Santo – ha aggiunto il sindaco -. Questo è il momento della preghiera e della riflessione. Per Santo, per la sua famiglia, per la sua generazione. Non si può morire così». In un post sui social, la dirigenza del Micri, a nome della squadra, ha ricordato Santino con parole piene d’amore, definendo la sua morte «una notizia tragica, una notizia che ti scuote e ti travolge come se fossimo stati catapultati in un incubo». Santino, si legge sulla pagina Fb del Micri, era «un figlio Micri, un amico leale e sempre disponibile. La sua pelle e il suo cuore da sempre hanno vestito i nostri colori». «Sei stato esempio di vita e coraggio – prosegue il messaggio -. Ricorderemo per sempre l’amore e la passione che ci hai donato in tutti questi anni trascorsi insieme. Vogliamo pensare che hai voluto darci un ulteriore insegnamento. Nel dolore in quanto umani in grado di entrare in sintonia con il dolore altrui, e ci spinge a riflettere, a interrogarci, a ricercare un senso nella perdita. È stato un onore averti nella nostra famiglia e lasci un dolore e un vuoto incolmabile. Ciao Santino… continueremo a volerti bene». Tutto il mondo del calcio locale si è stretto idealmente attorno alla famiglia di Santino e della sua squadra, lasciando un pensiero sui propri canali social.
È tornato a far sentire la sua voce anche l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, che solo ieri ha officiato i funerali del 15enne Emanuele Tufano, ammazzato in un conflitto a fuoco tra paranze di giovanissimi: «Bisogna disarmare Napoli. Bisogna disarmare i nostri territori. Bisogna deporre le armi. Fa male. C’è una tristezza impressionante in tutto questo ma non dobbiamo rassegnarci. Non sarà la violenza a vincere». Libera Campania, invece, chiede un cambio di passo alle istituzioni: «È urgente che le istituzioni e la società civile si uniscano per offrire ai giovani percorsi di crescita sani e positivi, promuovendo una cultura di legalità e protezione della vita. La nostra comunità non può continuare a perdere ragazzi promettenti come Santo. La sicurezza e il futuro delle nuove generazioni devono essere una priorità condivisa e irrinunciabile».
Sull’episodio stanno indagando i carabinieri. In queste ore (sono le 18 al momento della pubblicazione dell’articolo), un ragazzino di 17 anni si trova in caserma, a Torre del Greco, per essere interrogato.
sabato, 2 Novembre 2024 - 18:15
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