18enne ucciso a Napoli, il racconto del cugino indagato: «È stata una disgrazia. La pistola trovata in strada poco prima»

Pistola Legittima Difesa
di Laura Nazzari

Non si dà pace Renato Caiafa, il 19enne che, a Napoli, ha ucciso per errore il cugino neo diciottenne Arcangelo Correra. Ieri pomeriggio, nell’interrogatorio preventivo, il giovane – difeso dall’avvocato Annalisa Recano – ha ricostruito le ultime ore di vita di Correra, sottolineando che la morte del cugino è stata una disgrazia e che è accaduto tutto in pochi secondi. Caiafa ha spiegato, anzitutto, che i due sarebbero dovuti uscire insieme ad altri amici per andare ai “baretti”, ma poi Caiafa non era riuscito ad unirsi al gruppo e quindi si era ricongiunto al cugino al rientro. Intorno alle 5 del mattino, Caiafa e Correra erano vicino casa, in via Tribunali all’angolo con via Sedil Capuano, e stavano chiacchierando quando è successo l’irreparabile. Caiafa stava maneggiando una pistola che – ha dichiarato il giovane – aveva trovato poco prima sulla ruota di un’auto parcheggiata in strada.

«Non ho mai visto né maneggiato prima una pistola, non sapevano se fosse vera», ha detto. Mentre la teneva in mano, è partito un colpo che ha centrato alla fronte Correra. «Non ho capito niente di quello che stava accadendo», ha aggiunto. Caiafa ha detto di aver realizzato cosa fossa successo quando ha visto il cugino cadere a terra. A quel punto, aiutato da una terza persona, ha messo Correra sullo scooter ed è ha raggiunto l’ospedale Vecchio Pellegrini, dove però i medici non hanno potuto fare niente. «Arcangelo era una persona rispettosa, educatissima – ha commentato ieri lo zio, a poche ore dalla disgrazia -. Si arrangiava ogni tanto con qualche lavoretto, sempre rispettosamente e con dignità. Aveva un amore solo per la famiglia e per il calcio. Era lontano da qualsiasi male». Per Caiafa è scattato il fermo, disposto dal pm Capasso, per detenzione illegale di arma, c’è stata invece una denuncia a piede libero per omicidio colposo. Nelle prossime ore Caiafa comparirà dinanzi al gip per l’udienza di convalida del fermo.

La morte di Correra è un nuovo lutto per una famiglia che ha una storia funestata di fatti di sangue. Il cugino amatissimo di Correra, Luigi Caiafa (per inciso fratello di Renato, arrestato), è stato ucciso da un colpo di pistola esploso da un poliziotto intervenuto durante una rapina che Caiafa stava cercando di mettere a segno: Caiafa e un complice, Ciro De Tommaso figlio di Genny ‘a carogna, avevano puntato dei giovani a bordo di una Mercedes in via Marina quando si sono messi di mezzo due poliziotti che si trovano a passare. De Tommaso, nel tentativo di rallentare i poliziotti, puntò una pistola contro uno di loro, mentre Caiafa lo incitava a sparare. Uno dei due agenti, quello verso il quale era rivolta l’arma, sentendosi in pericolo aprì il fuoco: un proiettile colpì Luigi Caiafa al collo, senza dargli scampo. La pistola usata dai rapinatori si rivelò poi giocattolo, ma nel buio e nella concitazione del momento il poliziotto non poteva avvedersene e il procedimento fu archiviato per legittima difesa. Era il 4 ottobre 2020. Pochi mesi dopo fu ammazzato il padre di Luigi e di Renato, Ciro: il 31 dicembre 2020, l’uomo si trovava nel suo “basso” in via Sedil Capuano quando un killer fece irruzione e lo ucciso, ferendo anche il 28enne che stava tatuando sulla pelle della vittima il nome del primogenito ucciso dal poliziotto. Proprio all’indomani di queste due morti violente, Renato Caiafa si era avvicinato ancor di più ad Arcangelo. I due, del resto, erano quasi coetanei, uscivano insieme, si volevano bene. Quasi fratelli. E proprio questo rapporto di fratellanza rende la storia della morte di Arcangelo Correra ancora più tragica.

domenica, 10 Novembre 2024 - 15:10
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