Carriere separate, due Csm e l’ipotesi di un’Alta Corte: a Palazzo Chigi si ridisegna la Giustizia | Il vertice


Carriere separate per i magistrati, due Csm e l’ipotesi di un’Alta Corte, ovvero un organismo che giudicherà ‘requirenti’ e ‘giudicanti’. A Palazzo Chigi, nella giornata di oggi, s’è tenuta una riunione sulla Giustizia. Presenti il premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il suo vice Francesco Paolo Sisto, il sottosegretario Alfredo Mantovano, i sottosegretari di via Arenula, i presidenti delle Commissioni di Camera e Senato e i responsabili giustizia dei partiti di maggioranza.

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Dal tavolo sono emersi alcuni punti fermi che potrebbero confluire nel provvedimento che dovrebbe essere presentato prima delle elezioni europee di inizio giugno. C’è anzitutto un accordo sulla separazione delle carriere dei magistrati (distinti tra giudicanti e requirenti e dunque con distinti concorsi di accesso), e poi c’è l’istituzione di due Csm, ma sarebbe ancora in corso un dibattito sul metodo di elezione dei togati, per stabilire se sarà a sorteggio ‘secco’ o ‘mediato’. In quest’ultimo caso, per la componente togata, i magistrati candidabili al Consiglio superiore della magistratura che saranno sorteggiati sarebbero poi sottoposti a successiva selezione. Si esclude invece l’ipotesi della nomina di metà dei componenti del Csm da parte del governo. Sempre secondo le valutazioni in campo, vi è l’aumento del numero dei membri laici dei Consigli, almeno un quarto nominati dal Parlamento. Resta ancora aperto il dibattito sulla presidenza dei due Csm: anche se è prevalente l’ipotesi che resti il presidente della Repubblica a presiederli, non si può ancora escludere l’eventualità che la scelta ricada sul primo presidente della Corte di Cassazione e sul procuratore generale presso la Corte, entrambi rispettivamente per i due distinti Consigli.

Tutta da studiare, invece, la proposta che è avanzata durante il vertice, ossia l’istituzione di un’Alta Corte, ovvero un organismo che giudicherà sia i magistrati giudicanti che requirenti. La proposta dell’Alta Corte per giudicare sulla magistratura, secondo quanto si apprende, verrebbe ripresa dalla cosiddetta ‘Bozza Boato’, la bozza che mise a punto l’allora deputato Marco Boato durante la Bicamerale per le riforme di Massimo D’Alema. Secondo la bozza, «la Corte di giustizia della magistratura» si sarebbe dovuta occupare dei «provvedimenti disciplinari nei riguardi dei giudici ordinari e amministrativi e dei magistrati del Pubblico ministero».

«La Corte – si leggeva ancora nella bozza – è altresì organo di tutela giurisdizionale in unico grado contro i provvedimenti amministrativi assunti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria e amministrativa». La «Corte è formata da 9 membri, eletti tra i propri componenti dai Consigli superiori della magistratura ordinaria e amministrativa». Leggermente diversa era la proposta che avanzò l’allora Guardasigilli Angelino Alfano, sempre a proposito della Corte di Giustizia della magistratura. Anche la riforma Alfano prevedeva che i magistrati non venissero giudicati dalla sezione disciplinare del Csm, come accade oggi, ma dall’Alta Corte di Giustizia. Questa però doveva essere divisa in due: una sezione per i giudici e un’altra per i Pm, ognuna con metà membri togati e metà membri laici, non rieleggibili e con un mandato di 4 anni.

venerdì, 3 Maggio 2024 - 22:44
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