Campi Flegrei, vertice a Palazzo Chigi. Manfredi: «700 milioni per infrastrutture pubbliche». Roma apre su edilizia privata

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Il vertice sui Campi Flegrei a Palazzo Chigi

Più risorse per l’edilizia pubblica allo scopo di metterla in sicurezza, a cominciare da carceri e scuole. E poi un’apertura verso l’edificato privato, con l’impegno a valutare la possibilità di intervenire laddove dovessero emergere situazioni di particolare criticità. Ieri mattina a Palazzo Chigi il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci ha ricevuto i sindaci di Napoli (Gaetano Manfredi), Bacoli (Josi Gerardo Della Ragione) e Pozzuoli (Gigi Manzoni), ne è venuto fuori, ha poi raccontato Manfredi, «un incontro molto dettagliato, molto attento, con un’analisi nei dettagli di tutte le problematiche».

E qualche punto fermo è stato messo: «Si è deciso di andare avanti con quello che è il programma di intervento previsto dal decreto Campi Flegrei», ha spiegato Manfredi. Ma sono stati presi anche impegni su ciò di cui necessità adesso il territorio interessato da questo fenomeno bradisismico divenuto, da mesi, una costante. «Il governo ha dato disponibilità per ulteriori risorse finalizzate a interventi sull’edilizia pubblica, con priorità sulle scuole e sulle carceri, soprattutto nella zona di maggiore interesse dal punto di vista bradisismico», ha detto Manfredi. Ma di cifre, dell’ammontare delle eventuali risorse aggiuntive da stanziare per questa tipologia di interventi, non si è discusso ancora: «Questo verrà quantificato nei prossimi giorni», ha annotato Manfredi.

«C’è stata poi anche una lunga discussione positiva per studiare delle opportunità di finanziamento e di sostegno per interventi sull’edilizia privata», ha proseguito Manfredi. Ogni valutazione è comunque rimandata all’esito degli «studi che si stanno portando avanti» sull’edilizia privata e «che partono prima da un’analisi di comparto e poi da una valutazione di dettaglio». Questi studi, ha specificato Manfredi, «consentiranno di valutare gli edifici di maggior rischio» Dopodiché, ha aggiunto il sindaco, «c’è disponibilità da parte del governo che poi studierà le modalità più appropriate per intervenire e sostenere gli interventi possibili». Soddisfazione per l’incontro è stata espressa anche dal sindaco di Pozzuoli Manzoni, che all’esito del vertice ha voluto sottolineare che «c’è stata una interlocuzione seria, hanno voluto ascoltare quale fossero le criticità del territorio, anche a seguito del sisma del 20 maggio» e che «questa è una cosa importante che le comunità devono sapere». «Le comunità devono sapere che le istituzioni sono presenti e stanno facendo tutto quanto possibile per rasserenarle su un fenomeno che non andrà mai via dai Campi Flegrei», ha aggiunto Manzoni. Di certo c’è che il ministero terrà aperto il tavolo di confronto coi sindaci. È stato, infatti, stabilito un «coordinamento permanente anche per gestire per gestire le situazioni di campo, che in questa fase riguardano in modo particolare il Comune di Pozzuoli – ha spiegato Manfredi – Siamo rimasti con il ministro di avere un coordinamento permanente, per un confronto costante». Ci sono attività, soprattutto a Pozzuoli, «che dovranno avere sostegno adeguato e modalità operative adeguate». Ecco perché, ha concluso Manfredi, «ci sarà un provvedimento del governo che sosterrà questo tipo di iniziativa».

Adesso sarà importante procedere con velocità a una mappatura dei bisogni. Quelli economici, soprattutto, per gli interventi infrastrutturali. Prima di entrare a Palazzo Chigi, il sindaco Manfredi, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla previsione di risorse economiche secondo lui necessarie, aveva affermato che «noi abbiamo una stima per ciò che serve per le infrastrutture pubbliche: si tratta di una somma che va dai 500 ai 700 milioni per le strade, i servizi, le reti di fognature, la parte idrica e anche per interventi che erano già previsti in passato e non sono stati mai realizzati». Per quanto riguarda l’edilizia privata, invece, la stima è legata al completamento della valutazione della vulnerabilità che sta portando avanti il Dipartimento di Patrimonio della Protezione civile.

Punti fermi, dicevamo. Come quello messo dai sindaci sul fatto che nessuno lascerà Pozzuoli o Bacoli, in polemica con quanto aveva detto Musumeci nella conferenza stampa dell’altra sera dove ipotizzava la possibilità di incentivare economicamente il trasferimento delle persone e innescava polemiche e nervosismo con l’affermazione «chi ha scelto di vivere ai Campi Flegrei sapeva di vivere in un’area difficile che presenta rischi». «Noi riteniamo che possiamo vivere nei Campi Flegrei, in quanto sia l’Ingv e l’Osservatorio vesuviano parlano di crisi bradisismica con cui conviviamo da millenni. E infatti ci sono già passati i nostri genitori negli anni Settanta e Ottanta. L’abbiamo superata in quella fase, figuriamoci adesso – ha detto il sindaco di Bacoli -. Non c’è bisogno di incentivi per trasferire altrove i cittadini. E poi trasferire dove? Il territorio nazionale è interamente sismico. Noi restiamo nei Campi Flegrei. Io non ho mai sentito, quando purtroppo si parla di disgrazie in altre parti di Italia, di spostare la popolazione. Poi spostiamo i Campi Flegrei, spostiamo le aree vesuviane, spostiamo Napoli. Spostiamo tre milioni di persone? Possiamo convivere in questa parte di mondo». La parola d’ordine, per tutti, è rendere i territori più sicuri, cosa che già è avvenuta perché le amministrazioni, negli anni, non sono rimaste a guardare. Il sindaco di Bacoli, ad esempio, ha ricordato che, per quanto riguarda l’edilizia pubblica, «abbiamo fatto tanti interventi antisismici, tanto è vero che a Bacoli non abbiamo quasi mai chiuso le scuole, le strutture sono assolutamente a norma e in sicurezza».

Sullo sfondo le parole del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che nella diretta Facebook del venerdì ha espresso la sua opinione, quella che al vertice di Palazzo Chigi è stata grande assente (all’incontro non c’era alcun rappresentante di Palazzo Santa Lucia): De Luca ha sottolineato la necessità di «aiuti alle categorie economiche» dell’area flegrea «che saranno fortemente danneggiate». Già oggi «la frequenza nei ristoranti, nei locali del territorio è diminuita enormemente», ha rilevato De Luca. «Occorrono risorse del governo nazionale, esattamente come avvenuto nelle aree terremotate del centro Italia, ma ad oggi – ha detto – non abbiamo nessuna risposta. Ad oggi abbiamo solo un annuncio di uno stanziamento di 500 milioni di euro, stiamo parlando di cose del tutto insufficienti, e siamo ancora agli annunci: di concreto non c’è nulla, c’è solo il blocco del piano sviluppo e coesione della Regione Campania». Per De Luca «non c’è nessuno stanziamento di risorse certo da parte del governo nazionale. Sollecito il governo a muoversi e a evitare operazioni come la truffa di Bagnoli fatta qualche giorno fa per ragioni di propaganda politica elettorale e con la complicità, purtroppo, di qualche amministratore locale».

sabato, 25 Maggio 2024 - 09:46
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