Abuso d’ufficio abrogato, Anm: «Amnistia per 4mila colletti bianchi». Conte: «Via scritta ‘La legge è uguale per tutti’»

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L’Associazione nazionale magistrati parla di «amnistia per quattromila colletti bianchi», mentre il procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri si dice convinto che «di questo passo sarà sempre più difficile indagare su colletti bianchi e Pubblica amministrazione. Se non è un regalo ai colletti bianchi, poco ci manca». Mercoledì sera, 10 luglio, l’Aula della Camera ha approvato in via definitiva con 199 voti a favore e 102 contrari il disegno di legge Nordio che riscrive pezzi della Giustizia: cancellato il reato di abuso di ufficio, che fino all’altro giorno puniva quei pubblici ufficiali che – violando consapevolmente leggi, regolamenti o l’obbligo di astensione – causavano un danno ad altri o si procuravano un vantaggio patrimoniale.

I ‘sì’ sono arrivati oltre che dalla maggioranza di Governo anche da Italia Viva, Azione e +Europa, circostanza apprezzata dal Guardasigilli che, commentando il risultato in Transatlantico poco dopo il voto, ha detto: «I sì sono quasi il doppio dei no, bene». Con l’approvazione definitiva del Ddl Giustizia, ha sottolineato Nordio, «innanzitutto cambierà la serenità, o meglio l’ansia dei pubblici amministratori che si sono trovati migliaia di volte indagati sulla base di indizi equivoci per un reato che era evanescente, e che come si è visto si è sempre risolto in assoluzioni, che però arrivavano dopo anni e anni di sofferenze, di disagi, di perdite finanziarie e talvolta anche di perdite della carica politica». «Si tratta dell’abolizione di un reato che non aveva nessun significato, che paralizzava i pubblici amministratori, che non costituisce minimamente un favore alle organizzazioni criminali. Peggio ancora – ha sottolineato – è parlare di reato spia che è una bestemmia dal punto di vista giuridico perché un reato o è reato o non lo è».

Contrari alla riforma M5S, Pd e Avs. «Ora che la proposta di Nordio di abolire il reato di “abuso d’ufficio” è diventata legge non ci resta che eliminare la scritta che campeggia in tutte le aule di giustizia “La legge è uguale per tutti”. Sì, eliminiamola definitivamente. Perché quella scritta corrisponde a una solenne promessa dello Stato di trattare tutti i cittadini con pari dignità, senza distinzioni tra imputati eccellenti e cittadini comuni. Da oggi quella promessa suonerà vuota retorica. Non solo non riuscirà a sopire l’ansia dei cittadini comuni che attendono giustizia in un’aula di tribunale, ma – peggio – rischierà di suscitare in loro un legittimo sdegno”», ha scritto sui social il leader M5S Giuseppe Conte. Il Pd si aspettava «una riforma strutturale, invece siamo davanti a dei provvedimenti spot. Con l’abolizione dell’abuso d’ufficio i cittadini italiani saranno più vulnerabili rispetto ai reati della pubblica amministrazione», ha detto la dem Michela Di Biase. Mentre per Devis Dori (Avs), «la destra non pensa ai sindaci e alla loro presunta paura della firma, piuttosto pensa agli amici già condannati».

Critiche severe arrivano poi dal mondo della magistratura. «Da oggi si riducono i diritti e le libertà dei cittadini, gli spazi per l’informazione e si individuano degli strumenti che incepperanno ulteriormente la macchina delle giustizia, se pensiamo al fatto che nei confronti di un abuso o di prevaricazione di un pubblico ufficiale non ci saranno strumenti adeguati per individuarlo. Di fronte a tutto un sistema di abusi e sopraffazioni il cittadino si sentirà più solo», ha attaccato il segretario generale dell’Anm, Salvatore Casciaro. Gli ha fatto eco il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia: «Da oggi tutti coloro che sono stati condannati per abuso d’ufficio si rivolgeranno al giudice per chiedere l’eliminazione della condanna. È una piccola amnistia per i pubblici ufficiali: avremo 3-4mila persone, o forse di più, che chiederanno la revoca della condanna, una piccola amnistia per i colletti bianchi. Abrogare il reato di abuso di ufficio significa regalare uno spazio di impunità di qualunque pubblico ufficiale: questo è illiberale». «Ma – ha aggiunto Santalucia azzardando una sua previsione – il governo si renderà conto di altre falle che ha aperto nel sistema». Va all’attacco anche Nicola Gratteri che in una intervista a Il Fatto Quotidiano ha osservato: «Da Tangentopoli in poi si è fatto di tutto per rendere più difficoltosa l’attività di indagine sui reati contro la pubblica amministrazione. Queste ulteriori modifiche non fanno altro che pregiudicare la nostra possibilità di fare indagini – ha proseguito -. L’idea che i sindaci avessero paura di firmare gli atti amministrativi per timore di essere indagati è ridicola. I sindaci prima di firmare potevano consultarsi con il segretario comunale, il viceprefetto, lo stesso prefetto, tutti esperti di diritto amministrativo. E invece si è deciso per l’abrogazione».

venerdì, 12 Luglio 2024 - 21:58
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