Sul selciato all’incrocio tra via Sant’Anna di Palazzo e via Santa Teresella degli Spagnoli, ci sono una rosa bianca e un mazzo di fiori. È l’omaggio doloroso di Napoli a Chiara Jaconis, la 30enne padovana colpita alla testa da una statuetta piovuta dall’alto, presumibilmente caduta da un balcone, mentre stava passeggiando in compagnia del fidanzato. Chiara è morta questa mattina all’ospedale del Mare. L’intervento chirurgico cui è stata sottoposta per decalottamento a seguito dell’«emorragia subaracnoidea con edema cerebrale, diffusa» non è stato sufficiente ad aprire uno spiraglio di speranza.
Chiara se n’è andata coi suoi sogni. Se n’è andata per via di una storia amara, di un incidente che ora rischia di costare l’accusa di omicidio colposo a qualche abitante dei Quartieri spagnoli. La polizia, che sta conducendo le indagini, sta controllando tutti gli appartamenti che insistono sul punto dell’incidente alla ricerca della casa dalla quale potrebbe essere caduta la statuetta della morte. La speranza è riuscire a trovare un elemento che collochi esattamente la statuetta o che magari il proprietario si presenti spontaneamente alle forze dell’ordine.
Chiara era giunta a Napoli per una vacanza. E domenica pomeriggio, 15 settembre, sarebbe ripartita per tornare a Parigi. Prima di raggiungere l’aeroporto di Capodichino, Chiara e il fidanzato si sono concessi l’ultima passeggiata a Napoli, ma quelle ore di spensieratezza si sono trasformate in tragedia. Una tragedia che ha scosso la città. E le istituzioni. Oggi il Consiglio comunale ha commemorato Chiara con un minuto di silenzio.
martedì, 17 Settembre 2024 - 15:56
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