Napoli, 12 colpi di pistola nello scontro tra due gruppi: così è morto Emanuele, 15 anni appena

Bossolo
di Laura Nazzari

Dodici colpi di pistola esplosi all’impazzata. La maggior parte ad altezza uomo. In via Carmeniello al Mercato, all’angolo con Corso Umberto I a Napoli, la Scientifica sta cercando di ricostruire la dinamica della sparatoria che ha portato all’omicidio di Emanuele Tufano, 15 anni appena e residente nel rione Sanità. Alcuni proiettili si sono conficcati nelle vetrine di diversi negozi che insistono su quella stradina, altri invece hanno bucato la carrozzeria di quattro auto parcheggiate e di un cassonetto della spazzatura. Uno scenario di guerra, lo scenario di una sparatoria nel corso della quale si sarebbero fronteggiati due gruppi di ragazzini in scooter.

Emanuele è morto sul colpo. Mentre è da chiarire il ruolo di un 27enne e di altri due minorenni che, da soli, si sono recati in ospedale. I due minorenni, uno di 14 anni e l’altro di 16 anni, hanno chiesto l’aiuto dei medici del Cto: il 16enne presentava una ferita d’arma da fuoco al braccio, è stato sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza che ha consentito l’estrazione dell’ogiva ritenuta. Il 14enne presentava la lesione di un’arteria ed è stato quindi sottoposto ad angiografia ed embolizzazione. I medici hanno bloccato la fonte di sanguinamento e anche le sue condizioni, al momento, risultano essere buone. Il 27enne, invece, si è recato al Vecchio Pellegrini. La polizia sta cercando di rimettere insieme tutti i tasselli di questa storia di violenza minorile.

Allo studio anche le immagini di alcune telecamere installate nella zona, che potrebbero consentire anche di ricostruire i percorsi dei due gruppi che si sono affrontati. Poi bisognerà indivuare il movente di questo conflitto a fuoco.

Sui social, intanto, una delle docenti di Emanuele, ha affidato un pensiero straziante: «Oggi è una brutta giornata. Oggi abbiamo perso un po’ tutti. Oggi sento ancora più forte il peso del lavoro che faccio… Fuori piove ed io mi sento morire. Leggo la notizia ”Napoli,15 enne ucciso a Corso Umberto durante una sparatoria”. Ma lui non era un quindicenne, era un mio alunno. Aveva una famiglia, aveva amici, aveva interessi ma soprattutto sogni, sogni spezzati in una notte di ottobre. Quindi non era un semplice “quindicenne” ma un figlio di questa città che ancora una volta si è dimostrata “croce e delizia”. Da quando ho saputo vedo solo i suoi occhi davanti a me, occhi timidi e belli. Oggi mi chiedo se avessi potuto fare di piú, se la scuola avesse potuto fare di più… Ti chiedo scusa a nome di tutti tesoro mio perché non siamo stati capaci di garantirti un futuro… Buon viaggio piccolo Mio, oggi è veramente una brutta giornata”».

giovedì, 24 Ottobre 2024 - 13:07
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