È un napoletano il nuovo comandante generale dei Carabinieri. In viale Romania 45 a Roma, Teo Luzi cede il testimone al generale di corpo d’armata Salvatore Luongo. Il Consiglio dei ministri ha approvato la nomina caldeggiata dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che, a stretto giro, smentisce le ventilate polemiche che avrebbero accompagnato la decisione. «La nomina del generale – scrive Crosetto su X – è passata in consiglio dei Ministri all’unanimità, senza una sola discussione ed in meno di un minuto. La scelta era stata fatta (con grande difficoltà visto il valore dei possibili candidati) nelle settimane precedenti, in totale accordo e in assoluta serenità. Perché il Governo era assolutamente consapevole di quando fosse necessario preservare il vertice di un’istituzione come l’Arma, da qualunque possibilità di strumentalizzazione». Da Palazzo Chigi sono arrivati gli auguri della premier Giorgia Meloni, convinta che l'”esperienza” e la “competenza” di Luongo consentiranno al neo-comandante di «guidare al meglio i nostri carabinieri, orgoglio nazionale e forza armata ammirata e apprezzata in patria e all’estero».
Luongo l’ha spuntata sul generale Mario Cinque, proposto dal sottosegretario Alfredo Mantovano, e sul comandante dell’interregionale Pastrengo Riccardo Galletta. Nato a Napoli 62 anni fa, Luongo ha iniziato la sua carriera militare nel 1977, frequentando prima la Nunziatella di Napoli, poi l’Accademia militare di Modena e successivamente la Scuola di applicazione carabinieri di Roma. Figlio dello storico comandante dei carabinieri di Venafro (in provincia di Isernia), tre lauree e due master, Luongo vanta una lunga esperienza, con incarichi di responsabilità e comando in reparti territoriali. È stato anche per sette anni alla guida dell’ufficio legislativo del ministero della Difesa, dall’agosto del 2016 al dicembre del 2023, con i ministri Roberta Pinotti e Lorenzo Guerini del Pd, con Elisabetta Trenta del M5s e con l’attuale Giudo Crosetto. Tra le posizioni di rilievo che ha ricoperto, spiccano ruoli strategici nella lotta alla criminalità organizzata e nella cooperazione internazionale contro il terrorismo. Riconosciuto per la sua attenzione all’innovazione, il generale Luongo ha contribuito a promuovere sinergie operative che mirano a rendere più efficienti i reparti, concentrandosi sull’integrazione di tecnologie avanzate per la sicurezza urbana e il controllo del territorio.
Nella sua lunga carriera, Luongo ha collaborato più volte con le università e ha ricevuto diversi encomi, tra i quali quello di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana e l’Insegna d’onore della Casa Militare della Presidenza della Repubblica. Nel 2006 gli è stato conferito il Premio Campidoglio per il suo lungo impegno a Roma. «Con i suoi cari e i suoi amici non ha mai cambiato atteggiamento ed è sempre stato il Salvatore di sempre – dice di lui il fratello musicista Claudio -. Oggi è entrato nella storia dell’Arma dei Carabinieri e dello Stato. Sin da bambino voleva essere il primo in ogni cosa e tutto diventava una sfida con se stesso».
mercoledì, 13 Novembre 2024 - 13:06
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