Un dolore che lacera. L’immagine di una figlia che non c’è più. Di uno sguardo che sembra ancora chiedere aiuto dalle fotografie incorniciate nella casa ormai vuota. E l’istinto, primordiale difficile da contenere, di ottenere una giustizia personale che sia immediata. Soddisfacente. A meno di una settimana dalla decisione del gup di Napoli Egle Pilla di rinviare a giudizio Sergio Di Palo, l’ex compagno di Tiziana Cantone, sui social si scatena la gogna mediatica per l’uomo. Un attacco, comprensibile sul piano umano, che parte da una madre che non si rassegna dell’assurda morte della figlia. Di Palo è stato rinviato a giudizio per le accuse di calunnia, accesso abusivo a dati informatici e falso. Il prossimo 18 dicembre, l’imputato, difeso dall’avvocato Bruno La Rosa, dovrà presentarsi dinanzi ai giudici della quinta sezione penale del palazzo di giustizia partenopeo per l’apertura del processo. La procura di Napoli ritiene che l’uomo, in concorso con Tiziana Cantone abbia presentato una falsa denuncia di smarrimento del telefonino di Tiziana nell’aprile del 2015; e abbia calunniato cinque ragazzi un mese più tardi, accusandoli di avere diffuso i filmati hot. Ragazzi che per i magistrati partenopei sarebbero del tutto estranei alla vicenda. Tiziana è morta il 13 settembre del 2016. Si è tolta la vita impiccandosi con un foulard nella sua nuova casa di Mugnano, casa dove si era rifugiata per riprendersi dallo scandalo della diffusione di filmati hot girati in momenti intimi con altri uomini. Il 25 luglio scorso, sulla pagina di Facebook “Tiziana Cantone per le altre” appare un post in cui la madre, Maria Teresa Giglio, sbatte il mostro in prima pagina. «Questo è Sergio Di Palo, prenditi la tua visibilità, volevi restare nell’ombra, gestivi Tiziana in modo che dovesse comparire solo lei. C’era un disegno criminale ai soli danni di mia figlia e non un “gioco di coppia”». Un post lungo, corredato da sei fotografie che ritraggono Di Palo da solo e in compagnia di Tiziana. Una vendetta social, accuse lanciate utilizzando la stessa gogna telematica di cui era rimasta vittima la povera Tiziana. Una sorta di legge del taglione figlia di un dolore che la madre non riesce a cancellare. Di una verità giudiziaria che non basta. Che non soddisfa. Che non lenisce un’esistenza distrutta. «Apriamo i vostri cellulari e pc e vediamo cosa ci troviamo. Mi fate solo pena. La mia bambina aveva solo tanto bisogno di amore e le avete spento il sorriso per sempre, siete tutti colpevoli. Ricordatevene» così termina il lungo post pubblicato il 25 luglio scorso alle ore 12.43 e sponsorizzato attraverso la piattaforma pubblicitaria di Facebook.
Al centro dei ‘messaggi’ c’è quell’uomo, Sergio di Palo, in cui la madre della ragazza identifica tutte le colpe è oggi al centro dello stesso tritacarne social. «Devi marcire, verme», «Ti conosco, so dove sei», «Meriti tutto il male del mondo» questi alcuni dei commenti al post. Trecentoquaranta persone hanno scritto sotto allo sfogo di Maria Teresa Giglio. Quasi 500 hanno condiviso il post dando vita ad una inevitabile girandola di minacce e insulti nei confronti dell’ex compagno. Sergio di Palo, sempre secondo l’accusa, avrebbe chiesto a un perito, senza il consenso di Tiziana Cantone, di accedere al suo cloud (spazio di archiviazione per dispositivi Apple) e di togliere alcune chat dalle quali si evinceva che i 5 amici non fossero in realtà responsabili della divulgazione dei filmati. «Ti pubblicherò io le tantissime cose che si sono da sapere sul tuo conto, tranquillo. Ti farò pentire di essere venuto al mondo» le parole di chi gestisce la pagina in ricordo di Tiziana Cantone diventano sempre più forti, pesanti come macigni. Un rancore, sotto molti aspetti, comprensibile nel dolore di una madre. Ma l’odio genera odio. Ed ecco che il contesto diventa sempre più pericoloso. «Dove abita?» chiede un utente di Facebook. (L’articolo continua nel quotidiano digitale di oggi mercoledì 1 agosto, per leggere i nostri servizi accedi alla sezione ‘Sfoglia il Quotidiano’)
—>>> Leggi anche la nostra prima pagina del quotidiano digitale:
– L’avvocato dell’ex fidanzato di Tiziana Cantone scrive a Facebook: «Odio pericoloso, rimuovere la pagina»
– I temi e gli approfondimenti scelti per voi nell’edizione digitale del 1 agosto 2018
mercoledì, 1 Agosto 2018 - 09:04
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