I riflettori (delle polemiche) sono tutti accesi su Roma, dove i danni per la grandinata e il nubifragio sono diventati armi di attacco al sindaco Virgnia Raggi. Ma è in Sicilia che il maltempo ha creato disastri, tanto da spingere il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci a chiedere un aiuto al Governo («La Sicilia è in ginocchio»).
Sono giorni difficili in Sicilia. Due nubifragi tra venerdì e questa mattina hanno devastato in modo particolare la parte orientale dell’isola. «L’emergenza ancora continua, le piogge persistenti stanno mettendo in ginocchio buona parte del Sud-Est, e adesso si spostano in altre aree della Sicilia. Intanto siamo intervenuti con 6 milioni di euro per consentire ai sindaci e alle province di potere ripristinare le infrastrutture essenziali. Speriamo che da Roma arrivi qualche segnale in modo che il governo centrale possa stanziare una congrua somma come è stato detto», ha spiegato il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, parlando con i giornalisti a Palazzo d’Orleans. «Al tempo stesso – ha aggiunto – dobbiamo prendere atto che il territorio siciliano non è stato mai sottoposto a una vera cura in termini di prevenzione. Il dissesto idrogeologico è ormai un cancro diffuso ovunque».
Da Roma non sono rimasti a guardare. Il vice premier Luigi Maio insieme al capo della Protezione civile Angelo Borrelli sabato e domenica sarà in Sicilia per un sopralluogo nei Comuni colpiti dall’alluvione di venerdì scorso e in quelli danneggiati dal sisma del 6 ottobre. Non solo. Il Governo è pronto a sbloccare immediatamente le somme necessarie a mettere in sicurezza i luoghi, dopo una ricognizione e stima dei danni. E’ quanto emerso durante un incontro a Palazzo Chigi, a Roma, tra gli stessi Di Maio e Borrelli, i sindaci dei Comuni di Biancavilla, Adrano, Santa Maria Di Licodia, Paternò, il vicesindaco di Ragalna, una delegazione di parlamentari nazionali del M5S, eletti in Sicilia, il vice presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giancarlo Cancelleri, e i deputati regionali del M5S a Palazzo dei Normanni, Jose Marano e Antonio De Luca. Per i Comuni etnei colpiti dal terremoto che ha reso inagibili edifici pubblici, luoghi di culto, provocato la chiusura di strade e arterie di collegamento, nei giorni scorsi la Regione siciliana aveva chiesto lo stato di emergenza, mentre per quelli alluvionati si appresta a stanziare 6 milioni di euro. L’incontro con i sindaci a Palazzo Chigi è servito a fare il punto della situazione. Nei giorni scorsi, infatti, gli amministratori dei cinque Comuni etnei hanno stilato una relazione, che quantifica i danni, dopo una prima ricognizione con i tecnici della Protezione civile. (Leggi anche la cronaca dei danni del maltempo in Italia: Sicilia orientale sotto l’acqua Nell’Ennese muri crollati, case evacuate Nubifragio a Roma, danni a Capri e Ravello)
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lunedì, 22 Ottobre 2018 - 17:07
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