Rifornivano di droga Cosenza e provincia, misura cautelare per tredici persone

La polizia

L’inchiesta sullo spaccio di sostanze stupefacenti tra Cosenza e la provincia, avviata in seguito alla morte di una donna per overdose, giunge ad un primo punto fermo: 13 persone sono state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare emessa a corollario dell’indagine condotta dalla polizia. I reati contestati a vario titolo sono detenzione e cessione di cocaina, eroina e hashish ed estorsione. Le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, sono partite a seguito di una perquisizione effettuata nel quartiere popolare di via Popilia di Cosenza presso l’abitazione di una persona, nota per avere precedenti specifici in materia di stupefacenti, durante la quale era stata trovata una certa quantità di sostanza stupefacente di tipo eroina nonché materiale per il confezionamento della stessa e denaro contante.

Una seconda indagine è stata avviata a seguito del decesso, per overdose, di una donna di nazionalità straniera, avvenuto nel dicembre 2016 in via Rivocati. Il successivo rinvenimento dello stesso tipo di sostanze stupefacente che aveva causato la morte della donna, durante una perquisizione effettuata nei confronti di un uomo ha determinato l’immediato avvio di un’attività di indagine nei suoi confronti. Le due attività investigative sono state però presto riunite in quanto sono stati rilevati diversi punti di contatto tra esse: lo sviluppo delle indagini, grazie alle diverse intercettazioni telefoniche, ambientali, alle perquisizioni e ai conseguenti sequestri, ha così consentito di far piena luce sull’esistenza di un gruppo di persone, locali e con precedenti specifici, che di fatto rifornivano di sostanza stupefacente la cittadina ed il suo hinterland.

Molti gli episodi di spaccio effettivamente cristallizzati dalla Squadra Mobile che, con appostamenti e pedinamenti, in diverse circostanze riusciva ad intervenire tempestivamente procedendo al sequestro delle diverse singole dosi di sostanza stupefacente. In più occasioni sono state anche acquisite le dichiarazioni degli acquirenti ed assuntori che “certificavano” il quadro probatorio a carico degli odierni indagati. Le cessioni avevano luogo maggiormente presso le abitazioni degli spacciatori e/o per le vie cittadine previi incontri “lampo” fissati telefonicamente e dal contenuto, peraltro, fortemente criptico. Le investigazioni avrebbero comunque consentito di raccogliere numerosi elementi di responsabilitù penale nonostante gli indagati, in alcune circostanze, a seguito di riscontri precedentemente effettuati, cambiassero completamente le loro modalità operative e le schede telefoniche.

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lunedì, 29 Ottobre 2018 - 09:50
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