I risultati definitivi del voto (nei circoli) degli iscritti al Pd per decidere quale tra i sei candidati alla segreteria nazionale portare alla sfida delle primarie per lo scontro finale saranno resi noti quando sarà sciolto il ‘nodo’ dei tanti ricorsi presentati. Ma, al netto dell’esito dei ricorsi, le votazioni ormai concluse delineano scenari chiari sui quali i singoli ‘concorrenti’ lavoreranno fino al 3 marzo (giorno del voto che si terrà nei ‘gazebo’) per recuperare terreno o per allungare il distacco dai rivali. Di sicuro c’è che alle primarie si sfideranno Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti. Il voto degli iscritti ha infatti bocciato Francesco Boccia, Dario Corallo e Maria Saladino, che escono dalla competizione e dovranno adesso decidere quale dei tre big appoggiare.
L’altro dato certo, in termini di percentuale, riguarda il bottino che i tre più votati si sono assicurati. Nicola Zingaretti è quello che ha raccolto complessivamente il maggior numero di preferenze: si assesterebbe sul 47,95%. Un importante traguardo per il Governatore del Lazio, che gode della benedizione di Massimo D’Alema (uno dei fuoriusciti eccellenti dal Pd, tra i fondatori dell’impalpabile LeU ma in realtà sempre pronto a tornare nel partito), del sostegno della prima ora di Paolo Gentiloni e del recente appoggio dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti (che si era candidato e poi s’è ritirato a causa dell’atteggiamento ambiguo di Matteo Renzi che avrebbe dovuto sostenerlo). Segue Maurizio Martina, l’ex ministro dell’Agricoltura che arriva secondo con il 36,53% voti (moltissimi dei quali provenienti dall’ala renziana). Mentre Roberto Giachetti arriva terzo, ma assai distaccato: ha portato a casa l’11,23% dei voti, i voti di quella fetta di partito che vuole discontinuità rispetto al passato (Martina invece rappresenta un trait d’union con la gestione di Renzi) e reclama un candidato che non sia disposto a scendere a patti col Movimento Cinque Stelle e né a riaprire le porte agli ‘scappati’ in LeU (a Zingaretti invece non dispiacerebbe aprire le ‘porte’ del Pd).
Più complessa, invece, la lettura dei voti provenienti dai singoli territori. Zingaretti che era dato per superfavorito ha dovuto fare i conti con un’incredibile rimonta di Maurizio Martina (appoggiato da Matteo Richetti) avvenuta soprattutto grazie al plebiscito avuto in Campania, in Sicilia e in Basilicata. Partiamo proprio dal dato campano, dove il Governatore è Vincenzo De Luca del Pd e i ‘signori delle tessere’ hanno ancora un loro peso specifico. Lo ‘sceriffo’, in triangolazione con il figlio deputato Piero e con il capogruppo regionale Mario Casillo, è riuscito nel colpaccio di assicurare a Maurizio Martina, il candidato da lui sostenuto, un bottino che si assesta sulla media del 60%. Un risultato che va in controtendenza rispetto al trend generale. E’ Salerno, il quartier generale del Governatore, a trascinare Martina verso il colpaccio: qui l’ex ministro dell’Agricoltura ha incassato il 75% delle preferenze. Napoli gli ha regalato il 53,9% delle preferenze (contro il 34,5% di Zingaretti), e pure Avellino e Benevento hanno visto Martina in testa. Se Martina sorride, Enzo De Luca gongola: la costruzione del successo dell’ex ministro è un dato che conferma il peso specifico del Governatore sul territorio regionale e che blinda la sua figura all’interno del Pd, dove pure in passato si sono registrate voci assai critiche e rumorose per la gestione ‘familistica’ del partito da parte di De Luca.
Anche in Sicilia e in Basilicata, Martina è stato il più votato. Dall’acquisizione dei verbali, pervenuti alla Commissione regionale per il congresso (Crc) da tutte commissioni provinciali, in Sicilia i risultati dei candidati alla carica di segretario nazionale del Pd hanno visto in testa Maurizio Martina (5.502 voti, il 48,07%). Seguono Nicola Zingaretti (5.170 voti, 45,17%) e Roberto Giachetti (652 voti, 5,7%). Stesso scenario in Basilicata, dove Zingaretti si ferma intorno al 38% e Martina vola poco sopra il 40%.
Proprio il ‘sostegno’ di queste tre regioni ha consentito a Martina di accorciare le distanze, e spingere lo zoccolo duro dell’area renziana, riunitasi attorno all’ex ministro dell’Agricoltura, a ritenere che la partita per la segreteria non è affatto chiusa.
Ecco perché adesso sarà importante per i due maggiori sfidanti analizzare i dati e provare a blindare il risultato definitivo. Appare tuttavia chiaro che l’ago della bilancia potrebbe essere rappresentato proprio da Roberto Giachetti, la rivelazione di queste primarie. Decisamente lontano dalla posizione di Zingaretti di apertura a Cinque Stelle e D’Alema&Co, i sostenitori della mozione Giachetti – comunque lontano dal traguardo – potrebbero anche decidere di spostare il bottino su Martina proprio per evitare una vittoria del Governatore del Lazio. La partita è ancora aperta.
giovedì, 31 Gennaio 2019 - 11:21
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